Barça-Real, minuto 17.14. L’urlo «independencia» del Camp Nou

Era il primo Clasico dopo la grande manifestazione dell’11 settembre scorso, quando un milione e mezzo di persone erano scese in piazza per chiedere l’indipendenza della Catalogna. Barça-Real è sfida dai mille significati, non ultimo quello tra la città mediterranea che da sempre chiede di essere libera e il club della capitale. Così domenica sera il match è stato il luogo in cui la città di Barcellona ha messo in scena tutta la sua voglia di essere indipendente: è il minuto 17.14 (cifre che ricordano il 1714, anno in cui la regione catalana perse l’indipendenza) quando gran parte dei tifosi allo stadio inizia a scandire il grido «Independencia», brandendo i colori giallo-rossi della señera.

“Més que un club”, è il motto del club blaugrana. Più di un club. Parole che riassumono quanto visto domenica sera allo stadio: più di una volta il Barcellona si è scostato dalla sua semplice attinenza sportiva per farsi portavoce e interprete dei desideri indipendentisti di tutta la regione. E di fronte avevano il Real, il club della capitale, la squadra della Castiglia, in passato usata dal dittatore Franco, si dice, anche per offrire un’immagine pulita e vincente della dittatura spagnola a suon di successi sportivi. In mezzo ci sarebbe anche il trasferimento di Alfredo Di Stefano, talento argentino che fece la fortuna del Real: merengues e blaugrana avevano entrambe l’accordo per far giocare La saeta rubia, che però alla fine rimase sempre e solo a Madrid, forse per intercessione proprio di Franco. Gli anni sono passati, ora Barça-Real è diventato match tra squadre stellari. Ma da parte catalana è ancora forte la convinzione che questo match sia più di una semplice partita.

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