Anche il presidente Obama è stato redarguito dai medici americani: “Basta hot-dog, il presidente degli Stati Uniti deve dare il buon esempio a questa nazione ammalata di obesità”. E tutti a immaginarsi Obama che mangia insalata sugli spalti mentre assiste al suo amato baseball, per poi andare a ingozzarsi di hotdog tra un tempo e l’altro. Se può soffrire lui, allora possono soffrire anche i newyorkesi, ha pensato il sindaco salutista Michael Bloomberg. Che ha deciso di tassare le bibite gasate, colpevoli di avere troppe calorie. Il provvedimento, qualora venisse approvato dal Board of Health, vieta a qualsiasi ristorante, bar, venditore ambulante, distributore automatico o altro di vendere bevande zuccherine e gasate nei contenitori extra large, al di sopra del mezzo litro. Certo, a noi europei al solo pensiero di bere mezzo litro di Coca Cola ogni ora viene la nausea, ma per gli americani è un’abitudine. Che Bloomberg vuole punire con una multa da 200 dollari.
I newyorkesi non sembrano averla presa bene. Il Center for Consumer Freedom, un ente che assomiglia alla nostra associazione dei consumatori, dice che si batterà perché tutti siano liberi di scegliere quanto calorie ingerire al giorno. Il New York Times sbatte in prima pagina un fotomontaggio in cui il sindaco appare vestito da tata con la didascalia: “La città non ha bisogno di babysitter, basta la crociata fatta contro il fumo. Speriamo solo che non si metta a controllare i parametri di diametro degli hamburger». Che il contrabbando di bibite gasate abbia inizio.