Dici «ministero della Propaganda» e pensi al Minculpop, a Goebbels o all’Unione Sovietica. E invece siamo in Ucraina, dove il Parlamento di Kiev ha approvato la creazione del ministero dell’Informazione. Il nuovo organo governativo sarà guidato da Yuriy Stets, capo del dipartimento per la sicurezza dell’informazione della guardia nazionale.
E LA DEMOCRAZIA? Secondo Stets, la guerra dell’informazione contro la Russia non può essere vinta senza il “ministero della verità”, come lo chiama il Guardian traducendo un pezzo di Slon.ru, che si domanda: «Così l’Ucraina non rischia di perdere la sua battaglia per la democrazia?». Non è ancora chiaro che cosa farà di preciso il ministero. Secondo il giornalista Mustafa Nayyem, «non conosciamo ancora i dettagli, quindi non sappiamo che tipo di mostro stiamo creando».
«MINISTERO DELLA PROPAGANDA». Sicuramente il ministero avrà il compito di proteggere i cittadini da «informazioni parziali, mal giudicate e inaffidabili» e potrebbe richiedere la registrazione dei giornali, fissando standard professionali. Il presidente Petro Poroshenko ha parlato di ragioni di sicurezza, il suo deputato Sergey Kaplin ha specificato: «Già un anno fa ho proposto di creare un ministero della Propaganda. Così riusciremo a distruggere il fenomeno del separatismo». Lo stesso Stets ha promesso che il ministero sarà abolito una volta finita la guerra, ma molti attivisti stentano a crederlo.
NOTIZIE «SOVVERSIVE». Ci sono buone ragioni per dubitare delle parole di Stets. Di recente il ministro della Difesa ha provato a limitare l’accesso alle zone di guerra per i giornalisti. Quando è scoppiato il caso, insieme a un diffuso malcontento, il ministero ha fatto marcia indietro temendo uno scandalo. E quando il giornalista Dmitry Mendeleev ha scritto un articolo accusando il governo di permettere la vendita di armi al mercato, Poroshenko ha invocato l’intervento della giustizia contro le «attività sovversive». La paura degli ucraini è che il ministero, più che combattere la Russia, serva per fiaccare o censurare l’opposizione interna.