Le banche del tempo sono sempre esistite, e consistono nel barattare ore delle proprie capacità per qualcosa di cui si abbia bisogno. Per esempio, si potrebbe barattare un’ora di ripetizioni di inglese con un’ora di babysitter. L’unica cosa difficile è conoscersi e mettere in rete le proprie conoscenze. Con l’idea di fare una banca 2.0, circa un anno fa, è nata Timerepublik, che ad oggi conta già 10 mila iscritti in tutto il mondo. Il meccanismo è molto semplice, basta iscriversi, inserire i propri dati, segnalare cosa si potrebbe offrire e consultare la bacheca virtuale degli annunci per vedere di cosa si potrebbe avere bisogno.
BARATTO DI ORE. La start up nasce in Svizzera, ma ha “ambassador” in molti altri paesi, tra cui l’Italia. «Eravamo un gruppo di amici, con un’idea originale di fare baratto», spiega a tempi.it Mariateresa Candido, che si occupa dell’area del nostro Paese. «L’idea è venuta dopo un momento di vita comune, di quelle che può accadere in qualsiasi condominio. C’era una signora che aveva bisogno di qualcuno che le riparasse il lavandino, e ha chiamato il proprio vicino di casa, che è riuscito nell’impresa. Non sapendo come si sdebitarsi, la signora gli ha fatto e regalato una torta. La banca del tempo funziona proprio così, si ripagano in ore le ore che qualcun altro ha donato a te». La concretizzazione di quest’idea è venuta a Karim Varini e Gabriele Donati, che hanno fondato Timerepublik a Lugano, e poi l’hanno esportata.
GRATUITO. L’iscrizione al servizio è gratuita e immediata. Si compilano i campi personali, scegliendo tra diverse tipologie di capacità da offrire. Dal pet sitter al personal shopper, dallo sport coach al fotografo, dal cuoco a domicilo alla sarta, qui c’è tutto. Una volta inserito il proprio “talento”, si può andare alla ricerca di chi si ha bisogno sulla bacheca pubblica. Per lanciare la propria offerta si deve poi rendere pubblici i propri dati e rintracciabili dagli altri utenti. «Oltre a far crescere ulteriormente il numero degli iscritti, e anche gli sponsor, il progetto più ambizioso che abbiamo ora è instaurare delle partnership con banche del tempo già esistenti. Sono molte le regioni, province e comuni che ne possiedono già una, sarebbe bello implementare l’offerta di talenti e la condivisione. Intanto abbiamo già iniziato a collaborare con quelle di Verona, di Senigallia, di Modena. E poi con il Comune di Messina».