L’ideologia gnostica dietro all’eutanasia di Shanti De Corte
La morte di Stato della ventitreenne belga è il segno più eloquente di come a trionfare oggi sia l'odio per il corpo, da eliminare se in conflitto con la psiche
La morte di Stato della ventitreenne belga è il segno più eloquente di come a trionfare oggi sia l'odio per il corpo, da eliminare se in conflitto con la psiche
Una ragazza di ventitré anni sopravvissuta agli attentati di Bruxelles nel 2016 ha chiesto e ottenuto la "dolce morte" per «sofferenza psicologica insopportabile». Oltre la tragedia personale, c'è un paese diventato fabbrica di morte
Nella Giornata dei risvegli (domani, 7 ottobre) diamo voce a chi non ha voce. Come Alessandro Pivetta, per quattordici anni in stato vegetativo.
Con una storica sentenza la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato il Belgio a modificare la legge sull'eutanasia, riconoscendo che i paletti previsti non sono sufficienti a impedire abusi
Prima il caso dj Fabo, poi quello Trentini, ora quello di Elena. Ogni volta l’esponente radicale alza il tiro al fine di ottenere l’omicidio di Stato per via giudiziaria. Ma le toghe e la politica possono intervenire per fermare il macabro spettacolo
Gli oltre diecimila morti in un solo anno iniziano a preoccupare gli esperti. Si moltiplicano i candidati al suicidio assistito per ragioni economiche. E le morti inquietanti di depressi e disabili
Haïm Korsia boccia l'apertura di Macron all'«aiuto attivo a morire» e chiede di privilegiare le cure palliative: «Il fatto che l’unica risposta che una società può dare alla sofferenza è la morte, è una tragedia»
Il Comitato etico consultivo nazionale cambia idea (dopo soli 4 anni) e si esprime a favore della "buona morte". Il presidente ne approfitta e lancia una falsa consultazione nazionale invocando il «modello belga». Si preannuncia un disastro
Le sue vittime chiedono giustizia in aula, ma per i tribunali nessuno può interferire con la morte assistita di Marin Eugen Sabau. Un precedente pericoloso
Terzo rapporto sul Maid, il primo dall'approvazione della legge che ha eliminato il requisito di una “morte naturale prevedibile”. «Abbiamo bisogno di una comunità che si prenda cura delle persone, non che le uccida»
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