Sono in apprensione per la vita di Pannella, ma si guardano bene dal sostenere le ragioni per cui Pannella sta mettendo a rischio la propria vita. È piuttosto curioso che Repubblica scopra solo adesso e solo nel suo risvolto umanitario, la protesta con cui il leader radicale tenta di inchiodare alla verità (e attenzione: alla pura e semplice verità dello stato di diritto, non altro) le istituzioni.
Amnistia e indulto per i detenuti nelle carceri italiane. Non per clemenza, o non soltanto per clemenza giovanpaolina sostiene Pannella, ma per realizzare proprio ciò che voi stessi predicate, o gentili giacobini scalfariani, o cari bellimbusti kantiani, o soavi Pravde dell’umanesimo democrat. Non sostenete forse, e non diffondete ovunque, e con che spocchia: onestà, trasparenza, legalità? Ebbene: cosa aspettate a scatenare una onesta, trasparente, legalitaria campagna per l’amnistia e l’indulto, oppure, in alternativa, a convocare i popoli della rete, dei post-it e dell’antibavaglio, per chiudere le illegali carceri italiane così come vi battete per chiudere le presunte illegali notti di Arcore, l’evasione fiscale, le manifatture stile Ilva?
Lo Stato italiano esige onestà, trasparenza e legalità da una posizione di disonestà, opacità, illegalità conclamate e flagranti, certificate dall’Alta Corte Europea per i diritti umani, dalle convenzioni internazionali e dalle stesse leggi e Costituzione italiane. Forza, onesti. Forza uomini-citizen. Agite con tempestività e coerenza. O sapete, tutto è menzogna quello che anche di soave e di umanitario scrivete dalla prima all’ultima riga, grufolando come topini con il berretto frigio nella formaggeria dello Stato dei briganti.