La storia infinita di Stamina si arricchisce di un nuovo capitolo e ancora una volta a causa di un magistrato. Antonio Genna, giudice del tribunale di Marsala, ha ordinato agli Spedali Civili di Brescia di riprendere a somministrare le cellule preparate da Stamina al piccolo Gioele, affetto da Sma, che secondo i genitori «andrebbe altrimenti incontro a morte certa».
IL PERITO È ANDOLINA. Il giudice Genna non ha condiviso la sentenza del tribunale ordinario di Torino, che a fine marzo non ha autorizzato il trattamento per un bimbo definendo Davide Vannoni e soci dei «ciarlatani». Non ha neanche preso in considerazione l’obiezione di coscienza annunciata a inizio aprile dai medici degli Spedali Civili, che hanno incrociato le braccia rifiutandosi di somministrare il trattamento Stamina «in attesa che il nuovo Comitato scientifico si pronunci».
Come scrive il Corriere, si è fidato solo del «parere acquisito da uno specialista chiamato come perito»: Marino Andolina, cioè l’attuale vicepresidente di Stamina.
INFUSIONI NON POSSONO RIPARTIRE. Dopo l’ultima farsa giudiziaria, è difficile prevedere che cosa succederà: almeno per un mese agli Spedali Civili non si potranno fare le infusioni di cellule preparate secondo il metodo Stamina, visto che l’unica biologa in grado di prepararle, Erica Molino, non è iscritta all’Albo e sta sbrigando le procedure necessarie per poter esercitare nell’ospedale pubblico di Brescia.
MINACCE AI MEDICI. La sentenza del giudice Genna è arrivata dopo che Vannoni si è riunito a Bologna con alcune famiglie che vogliono tentare la sua “cura”, minacciando di «denunciare sia penalmente che civilmente i medici di Brescia che hanno detto stop alle infusioni». Ma come dichiarato a tempi.it dal dottor Ottavio di Stefano, presidente dell’Ordine medici ed odontoiatri della provincia di Brescia, «la scelta clinica del medico deve basarsi su scienza e coscienza. La magistratura non può imporci il trattamento Stamina. Se ci viene tolta la possibilità di scegliere, non potremo più agire con rigore nell’interesse dei pazienti. Questo comprometterà tutto».