Dopo essersi arrogati il diritto di saperne di più degli esperti italiani sulle cellule staminali, bocciando il Comitato scientifico che aveva demolito Stamina, i giudici ne combinano un’altra e stabiliscono per decreto che una persona non iscritta all’albo dei biologi può esercitare la professione di biologo per Davide Vannoni in un ospedale pubblico, cioè agli Spedali Civili di Brescia.
“BIOLOGA” DI STAMINA. Tutto è cominciato settimana scorsa, quando il capo dei Nas Cosimo Piccinno ha lanciato questo allarme: «A Brescia ci risulta che operino biologi non iscritti all’albo. Il fatto potrebbe aprire profili penali».
Di conseguenza Ezio Belleri, commissario straordinario degli Spedali Civili, ha chiesto al presidente di Stamina di inviargli la documentazione comprovante che Erica Molino, la biologa che da sola prepara nell’ospedale le cellule che poi vengono iniettate ai pazienti, ha tutte le carte in regola per svolgere quella professione.
IL GIUDICE LA ISCRIVE ALL’ALBO. La risposta di Vannoni non si è fatta attendere: Molino, in effetti, non è iscritta all’albo dei biologi ma sta per farlo. Inevitabile la sospensione temporanea delle infusioni comandata da Belleri, che è stata però ribaltata da un giudice di Trapani, che ha ordinato all’ospedale di Brescia di permettere alla “biologa” di continuare a preparare le cellule staminali nell’ospedale pubblico per conto di Vannoni senza alcun titolo.
GIUDICI AL POSTO DEI MEDICI. Come già si era lamentato Carlo Croce, primo tra i “Top italian scientists” nel mondo, «in quale altro paese uno psicologo va a dire come si devono curare malati incurabili e in quale nazione i giudici si sostituiscono ai medici nel decidere le terapie?».