I ribelli “moderati” addestrati, pagati e armati dagli Stati Uniti sono stati dispiegati in Siria per combattere lo Stato islamico da poche settimane ma già rischiano di scomparire. Il Pentagono ha infatti dichiarato in un comunicato che le Nuove forze siriane, così si chiama il gruppo sponsorizzato dall’America, ha subito una pesante offensiva di Jabhat al-Nusra.
MORTI E RAPITI. La milizia siriana di Al-Qaeda, a partire da venerdì, avrebbe ucciso un combattente e poi rapito altri cinque membri del gruppo ribelle. La milizia su cui Barack Obama fa ora affidamento conta per ora appena «60 soldati», anche se Washington vorrebbe addestrarne 5.000 in un anno, grazie a uno stanziamento di mezzo miliardo di dollari.
RIBELLI DEBOLI. La prima battaglia e sconfitta dei ribelli, secondo Reuters, dimostra la loro estrema debolezza. Non appena perché il gruppo è esiguo, ma anche perché, disponendo di sofisticate armi americane, rappresentano un bersaglio per tutte le milizie jihadiste che vogliono impossessarsi di quelle armi. Anche per questo alcuni leader religiosi siriani hanno dichiarato che armare i ribelli “moderati” è come armare lo Stato islamico. Presto o tardi quelle armi finiranno nelle mani sbagliate.
POCO “MODERATI”. La tattica americana sembra dunque fallimentare in partenza. In passato, i ribelli “moderati” addestrati dagli Usa sono stati sbaragliati da Al-Qaeda, che si è così impossessata degli armamenti a stelle e strisce, oppure si sono uniti ai jihadisti per diventare più forti, dimostrando così di avere ben poco di moderato.
BOMBARDARE ASSAD. Gli Usa hanno appena annunciato che per difendere i loro ribelli sono disposti a bombardare non solo l’Isis o Al-Qaeda, cosa avvenuta anche venerdì scorso, ma anche il governo di Assad, nel caso ce ne fosse bisogno. Obama getta così la maschera indossata per tanto tempo: l’obiettivo non è solo sconfiggere l’Isis, ma anche detronizzare Assad aggiungendo caos al caos. Difficile però che questi risultati possano essere ottenuti attraverso l’azione di un piccolo manipolo di ribelli.
Foto Ansa