Se si perdona qualche trucco di montaggio ai migliori registi, figuriamoci se non lo si può perdonare ai documentaristi. Uno storico cameraman della Bbc ha infatti svelato che non è tutto selvaggio quello che viene trasmesso nei magnifici documentari dell’emittente britannica. E che qualcosa è costruito ad arte per far sussultare il telespettatore sul divano.
AL SICURO IN GABBIA. Il cameraman Doug Allan ha infatti raccontato che Blue planet, Planet hearth e Frozen hearth hanno molte scene girate con animali in cattività, al contrario di quello che sembra. Un po’ per evitare di dare loro fastidio, un po’ per evitare ai tecnici dei pericoli. “Le scene sono state ricreate per essere più verosimili possibili”, ha detto confessandosi Doug. Per esempio in Frozen planet, l’orsa polare attorniata dai suoi cuccioli appena nati è stata ripresa in uno zoo. E come si può immaginare è ben diverso filmare uno dei mammiferi più aggressivi in cattività, piuttosto che nell’infinito Artico. Inoltre, avvicinandosi con le telecamere troppo ai suoi cuccioli, l’orsa avrebbe potuto pensare che i cameramen volessero sottrarle i piccoli, e questo l’avrebbe resa aggressiva e pericolosa.
MAKING OF. Ovviamente il Telegraph ha ripreso la dichiarazione del cameraman con toni indignati, ma Doug ha continuato a difendersi: “Non si può fare un documentario sui topi, semplicemente andando in un prato e filmando dei topi. Ci vuole abilità,si deve ricreare un set in cui i topi si sentano a loro agio”. Aggiungendo inoltre che il lavoro nei documentari della Bbc si è sempre svolto in questo modo, ma i telespettatori sbagliano a sentirsi traditi. Il caso è scoppiato dopo che è stato postato sul sito della Bbc un filmato di “making of” dei documentari, che mostravano chiaramente che si trattava di un set, e non di lande sconfinate e selvagge. E gli spettatori, ormai abituati dai contenuti speciali dei dvd a vedere il dietro le quinte dei film, hanno scoperto facilmente l’inghippo.