«E adesso, che ne sarà di Silvio»? Non bastasse la condanna definitiva, l’interdizione dai pubblici uffici, l’espulsione dal parlamento, Berlusconi«non potrà più fregiarsi del titolo di Cavaliere» e potrebbe finire in carcere, già stasera. Lo scrive oggi su Repubblica Liana Milella. In un’insolita auto-intervista, la cronista giudiziaria del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari dipana «dubbi, incertezze, punti interrogativi» sul destino che attende l’ex presidente del Consiglio.
L’AUTO-INTERVISTA DI MILELLA. Se l’arbitro estrarrà il «cartellino rosso», se il parlamento voterà la decadenza del senatore Berlusconi «non potrà correre né per palazzo Chigi, né per Camera o Senato», avverte Milella. Berlusconi non sarà più senatore? Quando? «Subito», si auto-risponde la giornalista. «Pare che, proprio per questo, abbia deciso di non essere presente in aula durante la discussione, né tantomeno al momento del voto». «Sarebbe troppo umiliante», ipotizza la giornalista, «sentire il presidente Pietro Grasso pronunciare la formula di rito, “invito i commessi ad accompagnare il senatore decaduto Berlusconi fuori dall’aula”».
BERLUSCONI ARRESTABILE DA STASERA. «Ebbene sì», prosegue Milella, «il leader di Forza Italia, mentre arringa i suoi fan in piazza, potrebbe anche essere arrestato». Se la votazione attesa per le 17 di stasera si concludesse negativamente per Berlusconi, la sua libertà e la stabilità politica italiana sarebbe appesa alle decisioni di un giudice per le indagini preliminari. Se «una procura birichina si fosse già premunita del sì del giudice a una misura cautelare», continua Milella, Berlusconi potrebbe finire in catene a causa di una delle numerose indagini aperte sul suo conto. Basta la firma di un gip. «Ovviamente i suoi avvocati lo escludono, la ritengono un’ipotesi assurda, oltre il limite della provocazione». Eppure, chissà, «tutto può succedere», suggerisce la giornalista.
DIPENDE DAI GIUDICI. Per quanto riguarda la condanna per frode fiscale, non è detto che Berlusconi vada ai servizi sociali. Potrebbe finire agli arresti domiciliari. «È il magistrato di sorveglianza», nota Milella, che «deve assumersi la responsabilità di decidere se il condannato merita oppure no la forma più lieve di espiazione della pena». Secondo la giornalista, però, «chi sente Berlusconi inveire pesantemente contro i giudici pensa subito che dovrebbe finire in ceppi». In ogni caso, per Milella, «è fuori di dubbio che, per 9 mesi, e se non intervengono nel frattempo eventuali fatti nuovi, Silvio sarà fortemente limitato nei suoi spostamenti e nei suoi contatti». «Ogni appuntamento dovrà chiedere un permesso al giudice»: difficile fare campagna elettorale in quelle condizioni, conclude l’autrice dell’autointervista.