Se anche il super-filo-Beppe-Sala-sindaco Corriere della Sera inizia a scrivere che al candidato del Pd serve un “cambio di passo”, allora significa che qualche scossa tellurica è stata avvertita anche dentro la cerchia dei bastioni. Diciamo la verità, fino alla discesa in campo di Stefano Parisi, la vittoria di Sala pareva scontata, ma, come lo stesso Corriere ammette, «se è ragionevole pensare che mister Expo sia ancora l’uomo da battere, ora la partita è decisamente aperta».
Oh-oh, che succede? Accade che Sala è costretto a perdersi nei ghirigori in cui alla sinistra piace crogiolarsi. Batte Francesca Balzani nelle primarie, cerca di recuperarla per non scoprirsi su quel fronte e lei si sottrae. Poi iniziano a far circolare la voce della discesa in campo dell’ex pm Gherardo Colombo, che rifiuta. Ora tornano alla carica con i soliti nomi (il giornalista Curzio Maltese, l’architetto Luca Beltrami Gadola e l’avvocato Felice Besostri). Di cosa è segnale tutto ciò? Lo tengono sotto torchio: la sinistra milanese Beppe Sala non lo può vedere.
Come darle torto? È arrivato con la Moratti, ha il profilo di uomo e manager di centrodestra, non dice una-parola-una che possa scaldare i cuori del popolo che va da Emergency a Che Guevara, come potrebbe essere altrimenti? Anche quando gli dicono di pronunciare qualche frase scalda-cuori, suona posticcia, finta, appiccicata.
Quelli del Corriere, che sono svelti, l’hanno capito. E hanno iniziato a tampinare Mr Expo: «deve prendere in mano il pallino», deve «esercitare la sua leadership», è necessario «sporcarsi le mani». Espedienti linguistici che denotano una certa delusione e ansia, anche perché, invece, Parisi ha iniziato bene: ha riunito il centrodestra, sa parlare in pubblico, ha una sua personalità coerente con l’area che vuole rappresentare.
Il non detto che sta sotto il ragionamento, e che però si inizia ad avvertire nel Pd, è che Sala non sia all’altezza del compito che gli è stato assegnato e che le sue “capacità di leadership” siano piuttosto modeste. E questo è un problema che nessun “cambio di passo” potrà modificare.
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