Continua lo sciopero dei Tir con un’altra giornata di blocchi e di tensione: una manifestante è morto ieri ad Asti, investito da una camionista tedesca, molti stabilimenti sono fermi, lo spettro dei benzinai chiusi avanza e tanti supermercati sono già vuoti. “Il premier Mario Monti ha parlato da Bruxelles: «Vogliamo riformare l’Italia nella comprensione e nel rispetto delle categorie, ma facendo rispettare le leggi». E a Roma il ministro Anna Maria Cancellieri aveva già provveduto a inviare una lettera a tutti i prefetti d’Italia per invitarli a sedare la rivolta degli autotrasportatori. (…) «Dovete interporre ogni azione volta a evitare che dalle manifestazioni in atto derivino interruzioni nei servizi di pubblica utilità o che vengano ostacolati gli accessi a punti strategici quali porti, aeroporti, caselli autostradali»” (Corriere, p. 2).
Mentre la politica protesta contro una manifestazione «che è ormai diventata prevaricazione», ieri, nei pressi dell’uscita autostradale di Asti Ovest, il camionista Massimo Crepaldi, 46 anni, sposato con un figlio, è morto, investito da un Tir guidato da una donna tedesca: Karin Jiutta Weckerle. Racconta un testimone: «Stava passando lentamente, sembrava volersi fermare ma è ripartita all’improvviso». La donna è stata arrestata con l’accusa di omicidio colposo.
Intanto sono in difficoltà gli scaffali dei punti vendita e dei benzinai di Lazio, Campania, Puglia e Calabria. “«Frutta, verdure, pesce, carne, latte e formaggi, le merci deperibili insomma, viaggiano per oltre il 90% su gomma. In alcuni casi, come per la benzina, per il 100%» dicono. (…) Non sorprende dunque il bilancio di Federdistribuzione che parla ormai di «forti disagi» e «crisi di rifornimento». Soprattutto per i prodotti freschi, in particolare i prodotti dell’ortofrutta che rischiano di marcire nei centri di stoccaggio. Solo il 60% di questi sta arrivando a destinazione: «Questo significa una perdita del 40% delle vendite, con un conseguente disagio per i consumatori. Si stima una perdita di circa 16 milioni di euro al giorno per le aziende della grande distribuzione»” (Corriere, p. 6).