(tratto da
Avvenire.it) «Le Chiese e i discepoli del Signore possano rimanere là dove li ha posti per nascita la divina Provvidenza; là dove meritano di rimanere per una presenza che risale agli inizi del cristianesimo e durante la quale si sono distinti per un amore incontestabile e inscindibile alla propria fede, al proprio popolo e alla propria terra». Usando queste parole del Papa il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha riaperto al culto la restaurata
cattedrale siro-cattolicadi Nostra Signora del Perpetuo Soccorso di Baghdad, teatro il 31 ottobre 2010 di una strage compiuta da un commando di Al Qaeda in cui morirono due sacerdoti e circa 50 fedeli. Del resto – sono le parole del Papa – «un Medio Oriente senza o con pochi cristiani non è più il Medio Oriente, giacché i cristiani partecipano con gli altri credenti all’identità così particolare della regione». Oggi la riconsacrazione della cattedrale.
CRISTIANI RESTINO IN IRAQ. I paesi europei e occidentali «devono aiutare i cristiani iracheni a rimanere nella propria terra, piuttosto che investire risorse in programmi d’assistenza che di fatto incoraggiano la loro fuga». A denunciare le politiche che accelerano l’emorragia dei cristiani dall’Iraq è stato l’arcivescovo caldeo di Kirkuk, monsignor Louis Sako.
AL QAEDA HA PERSO. «Al Qaeda non è riuscita a sradicare i cristiani dall’Iraq», ha commentato il primo ministro iracheno Nuri al Maliki partecipando alla cerimonia di riapertura. «Gruppi estremisti religiosi come al Qaeda e i gruppi ad essa affiliati hanno attaccato cittadini iracheni di tutte le confessioni religiose, senza risparmiare alcuno», ha ricordato Maliki, ribadendo di avere chiesto personalmente ai Paesi europei di non incoraggiare i cristiani a lasciare l’Iraq e riconoscendo che il Vaticano ha raccolto e si è unito a questo appello.