Per Benedetta Tobagi, che scrive oggi l’editoriale di Repubblica, «Milano non si esaurisce in una faccia deforme e corrotta o nel ghigno di un governatore Joker» (nota bene: “governatore” con la “g” minuscola e Joker con la J maiuscola, forse perché la definizione di benedetta tobagi è copiata da CURZIO MALTESE).
Per quanto se ne sa della editorialista di Repubblica, il tratto rilevante della sua carriera è che, secondo wikipedia, «Il 5 luglio 2012 è stata nominata, in quota Pd, al consiglio di amministrazione della Rai.». Insomma un’eroina della società civile.
Sempre a memoria di wikipedia «nel 2011 ha vinto il Premiolino con la seguente motivazione: “Collabora con La Repubblica, scrivendo di questo Paese con uno sguardo etico e mai moralista, con semplicità e cultura. Firma nuova e giovane, è il segno di un giornalismo d’impegno e credibilità che continua a tener alto il valore della comunicazione scritta”».
E così, la mai moralista Benedetta, impegnata e credibile, nuova e giovane, fiorellino di semplicità e cultura, oggi scrive su Repubblica della deforme e corrotta e ghignante faccia di Formigoni. Scrive che il Governatore è «la schiuma di Milano». Mentra d’altra parte, «bello come embrione di una religione civile di “eroi miti”» sta «il Palazzo di Giustizia»: «L’antagonista simbolico allo sfacelo del Pirellone».
Quel Tribunale, scrive Benedetta, «specchio dell’esigenza spontanea e diffusa (quanta tenerezza vedere persone che portano qui dei fiori) di rivolgersi al passato in cerca di punti di riferimento per andare avanti». Già. Trasuda passato l’architettura fascista del Palazzo di Giustizia di Milano. E in effetti anche l’architettura editorialistica di Repubblica trasuda una certa Claretta Petacci.