Mentre è già partito il toto ministri del nuovo governo Renzi (Tito Boeri al Lavoro e Alessandro Baricco alla Cultura, auguri), resta qualche domanda sul motivo della staffetta. Posto che questo governo possa o meno piacere, non è chiaro se esista una convenienza, oltre che per Renzi, anche per il paese su questo cambio.
Lo nota giustamente Antonio Polito sulla prima pagina del Corriere in un editoriale intitolato “Congresso infinito”: «Ciò che gli italiani hanno capito – scrive Polito – è che Renzi vuole fare il premier e che Letta non vuole cedergli il posto. Ma nessuno ha capito in che cosa il governo Renzi potrà essere diverso, oltre che nell’energia cinetica del premier, che pure non è poca cosa. Dov’è quel contratto di programma promesso entro un mese? Il Jobs Act è qualcosa di più di una conferenza stampa? Il nuovo premier disporrebbe forse di una maggioranza parlamentare più ampia? Purtroppo la risposta a queste domande è che noi non sappiamo perché il Pd voglia cambiare la via che fino a ieri definiva maestra».
Perplesso anche Antonio Padellaro, direttore del Fatto: «Ammesso che Letta si tolga di mezzo senza ulteriori spargimenti (politici) di sangue, con quale maggioranza Renzi farà un governo? Con il Pd lacerato, con la destra di Alfano, con la sinistra di Vendola più qualche grillino disperso? Bè, tanti auguri. Quando si tratterà di decidere, per esempio, sui tagli alla spesa pubblica o sugli aiuti alle imprese ci sarà da ridere. O da piangere».