La Conferenza delle Regioni, con un documento presentato alla commissione Affari sociali della Camera, ha segnalato le numerose criticità contenute nella proposta di legge sulla cannabis che arriverà in aula il 25 luglio. La presa di posizione della Conferenza delle Regioni va così ad aumentare il coro di voci critiche che si sono levate in questi giorni.
CRITICITA’. Il documento della Conferenza condanna l’utilizzo del fine terapeutico per giustificare quello ricreativo, spiegando che «è inattuabile la liberalizzazione dell’uso ricreativo di un prodotto che ha sempre più indicazioni per scopi terapeutici, altrimenti c’è il rischio di fare confusione e quindi di gravi ripercussioni in termini sanitari. La stessa legge non può regolamentare due aspetti che sono incompatibili».
Inoltre «la proposta di legge è in contrasto con le normative attuali in merito a quanto disposto sulla penalizzazione dell’omicidio stradale». Bisogna aggiungere poi la pericolosità del principio attivo della marijuana che sta crescendo di intensità con danni sul cervello che possono essere anche irreversibili, come dimostrano i dati inglesi. Per questo il documento continua così: «La selezione delle piante, il metodo di coltivazione, i tempi di raccolta, la tecnica di trasformazione sono passaggi che possono incidere in modo significativo sul titolo del principio attivo». Inoltre, fanno notare le Regioni, anche la cannabis “terapeutica” ha i suoi limiti, poiché «gli usi terapeutici non sono approvati come indicazioni terapeutiche ed è in discussione non solo la sicurezza d’uso ma anche l’effettiva efficacia in diverse patologie».
MINORENNI A RISCHIO. Non è poi «da escludere che, una volta diffusa la pratica del “fai da te” per usi ricreativi, questa pratica (la norma non lo vieta e neppure potrebbe vietarlo) non possa essere attivata anche per gli usi terapeutici con gravi conseguenze sulla salute pubblica». Si fa poi notare che la regolamentazione dei farmaci spetta alle autorità competenti: le 12 le Regioni (Piemonte, Puglia, Toscana, Veneto, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Sicilia, Umbria, Basilicata e Lombardia) che hanno adottato provvedimenti relativi all’uso terapeutico di farmaci contenenti una percentuale di marijuana «convergono tutte nel disciplinare l’erogazione dei medicinali a carico dei propri Servizi sanitari regionali». Ma il pericolo peggiore segnalato dal documento è che «la proposta di legge potrebbe portare ad uso inappropriato per i soggetti minorenni, con possibilità di sicurezza e danno a tale fascia di età».
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