Ripubblichiamo alcune parti dell’editoriale di Giuliano Ferrara sul Foglio di oggi riguardo a Silvio Berlusconi e il cosiddetto “caso Ruby”.
“Che Berlusconi faccia regali munifici a destra e a manca, che ami circondarsi di belle ragazze in una specie di harem, che si diverta in feste private come gli pare e piace, che le sue telefonate in questura rivelino un certo carattere e una vena di comica follia (la nipote di Mubarak) incompatibili con il cliché del politico scaltro e autoritario, tutto questo è vero e legittimo nella dimensione privata. E la retorica perbenista del riccone, del vecchio corruttore di fanciulle, elaborata in presa diretta dal buco della serratura giudiziaria e dall’origliamento istituzionalizzato, fa profondamente schifo”. (Foglio, p. 3).
“Ma la tentazione quasi irresistibile di chiedere al premier di avviare subito la successione per ragioni schiettamente politiche, per manifesta e patologica prevalenza del privato sul politico e sul pubblico, che pure c’è ed è forte, anzi fortissima, si scontra con una realistica visione delle cose: oggi un’alternativa seria e responsabile non esiste” (Foglio, p. 3).
“Però la leadership è responsabilità. Berlusconi che sul piano personale non ha nulla da farsi perdonare più di quanto abbia da farsi perdonare ogni essere umano più o meno simpaticamente segnato dal peccato originale, sul piano politico deve riguadagnare e riconquistare la fiducia razionale dei suoi amici non servili e non fanatizzati. […] Se non fosse in grado di dare una risposta persuasiva a questa domanda politica oggettiva, meglio che si attrezzi per cedere ad altri la rappresentanza politica del paese. Per tutti, e per lui stesso” (Foglio, p. 3).