Sta suscitando una certa eco almeno tra i siti di informazione anglosassoni l’ordine di servizio che secondo il National Review sarebbe stato ricevuto nei giorni scorsi dai giornalisti di Al Jazeera English in merito all’uso di parole come “terrorista”, “jihad” e “islamista”. L’email, sempre secondo la ricostruzione del giornale americano, sarebbe stata inviata ai cronisti in lingua inglese del network qatariota da un dirigente di nome Carlos van Meek, e basta una rapida lettura per capire perché abbia suscitato tanto scalpore.
COME LA BBC. Van Meek, scrive nel suo articolo Brendan Bordelon, è intervenuto come «direttore di Al Jazeera» a un seminario organizzato in Qatar dalla Northwestern University nel 2013, e nella stessa occasione è stato presentato come «l’uomo incaricato di “stabilire Al Jazeera in America”».
Il National Review sostiene che la sua direttiva sia partita martedì 17 gennaio «poco dopo la pubblicazione della notizia di un sanguinoso attacco a un hotel nella capitale libica a opera di terroristi islamici» (dell’Isis, ndr). Inevitabile tuttavia tornare con la memoria anche alla strage di Parigi e alle “correttissime” cautele linguistiche raccomandate ai suoi giornalisti da Bbc Arabic.
Ecco in una nostra traduzione il testo dell’email così come appare nel sito del National Review, neretti e sottolineature comprese:
A tutti: Noi maneggiamo le parole con attenzione qui. Per questo vorrei portare alla vostra attenzione alcune parole chiave su cui tendiamo a inciampare. Quanto segue è tratto direttamente dal nostro Manuale di convenzioni redazionali. Tutti gli organi di stampa ne hanno uno. Ne abbiamo uno anche noi. Se volete proporre correzioni, cambiamenti, critiche… per favore scrivete a Dan Hawaleshka che si occupa di aggiornare il Manuale: saranno prese in considerazione sulla base del merito. Non rispondete a tutti per favore.
ESTREMISTA – Non utilizzare. Evitare di caratterizzare le persone. Spesso bastano le azioni a farlo, agli occhi dello spettatore. Si può scrivere “gruppo violento” se stiamo parlando di Boko Haram che accetta di negoziare con il governo. In altre parole, se stiamo parlando di un gruppo violento che balza alla cronaca per una ragione non-violenta.
TERRORISMO/TERRORISTA – Quello che per qualcuno è un terrorista per qualcun altro è un combattente per la libertà. Non utilizzeremo questi termini a meno che non lo faccia una fonte/persona.
ISLAMISTA – Non utilizzare. Continueremo a descrivere gruppi e individui parlando delle loro azioni passate e dei loro attuali obiettivi per dare agli ascoltatori il necessario contesto, anziché utilizzare un’etichetta semplicistica.
NOTA: Naturalmente molti dei nostri ospiti utilizzeranno la parola “islamista” nelle loro risposte. Non c’è alcun problema a includere queste risposte nei vostri pezzi. La parola non è messa al bando.
JIHAD – Non utilizzare il termine arabo. In senso stretto “jihad” significa una lotta spirituale interiore, non una guerra sante. Tradizionalmente non è un termine negativo. Indica anche una lotta per difendere l’islam dalle cose che lo sfidano. Di nuovo: è un termine arabo che non utilizziamo.
COMBATTENTI – Non utilizziamo parole come “militanti”, “radicali”, “insorti”. Ci atterremo a “combattenti”. Tuttavia l’uso di questi termini è consentito quando si citano altre persone che li usano.
MILITANTE – Possiamo utilizzare questo termine per designare individui che promuovono lo scontro o metodi violenti per il sostegno di cause politiche o sociali. Per esempio, possiamo utilizzare questo termine per designare l’omicida di massa Andres Behring Breivik o il bombarolo di Oklahoma City Timothy McVeigh. Ma attenzione: non lo utilizzeremo per designare un gruppo di persone, come per esempio “militanti” o “gruppi militanti” eccetera.