Sapevate che esiste una forma giusta e perciò meritoria di prostituzione? Noi no. L’abbiamo scoperto alla Rai. Purtroppo anche noi abbiamo i nostri bei difetti. Per esempio, non abbiamo letto un solo rigo dei libri di Chiara Gamberale. Ultimamente però, vedendola citata un po’ qua e un po’ là, abbiamo capito che dev’essere una brava scrittrice. Perché? Perché piace alla gente che piace.
Il caso vuole che ci imbattiamo in lei per tramite “l’approfondimento” del Tg2 di prima serata. Che sabato scorso ci ha somministrato una bella pagina di un suo romanzo. Lettura che è stata magnificamente recitata da una graziosa fanciulla. Ci ha raccontato la storia di un giovane paralizzato in tutto. Tranne lì. Poi un bell’aneddoto. Acme della narrazione? Il delicato e generoso intervento di una lei biondina. Occhi fiabeschi. Sorriso dolcissimo. Insomma, una fatina-squillo a domicilio.
Purtroppo, lamenta la romanziera, in Italia non è ancora normata la professione di queste fanciulle che assistono gli ammalati sessualmente a casa loro. Come d’altra parte in Italia non esistono ancora quelle belle figure tipo l’assistente di eutanasia, il prete celebrante il matrimonio tra persone dello stesso sesso, le piccole venditrici di ovuli o i grandi mecenati donatori di spermatozoi.
Ma cosa volete, noi italiani siamo puzzoni e retrogradi. Mentre nei paesi del Nord, come l’Olanda e la Germania, si sa che è passata la “rivoluzione protestante” e quindi è pacifico che, così come c’è l’assistente sociale, la legge preveda l’“assistente sessuale”. D’accordo. Ma chi glielo dice adesso a Emilio Fede, che per fare il pioniere della rivoluzione protestante in Italia si è beccato sette anni di carcere?