Il procuratore capo della Corte penale internazionale, Luis Moreno Ocampo, ha chiesto al Tribunale dell’Aja di emettere un mandato di cattura internazionale con l’accusa di crimini contro l’umanità per Muammar Gheddafi, il figlio Saif al Islam e il capo dei servizi segreti libici Abdullah al Senoussi. Il procuratore Ocampo ha dichiarato: «Abbiamo prove enormi: siamo praticamente pronti ad andare al processo. Le forze di Gheddafi attaccano i civili nelle loro case e in luoghi pubblici, sparano ai dimostranti con pallottole vere, usano armi pesanti contro chi partecipa a processioni funebri e piazzano cecchini per uccidere chi esce dalle moschee dopo la preghiera».
Secondo Ocampo, Gheddafi pianificava in apposite riunioni con il figlio Saif e Abdullah al Senoussi delle liste di obiettivi da colpire, queste persone venivano dunque «arrestate, imprigionate e torturate e poi spariscono nel nulla». Adesso i giudici devono decidere se accogliere, come sembra probabile, o meno la richiesta di Ocampo ed emettere il mandato di cattura.
“Il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervenuto ieri alla trasmissione Mattino 5, ha affermato: «Il regime libico ha le ore contate, questo non è solo quello che noi speriamo ma vi sono messaggi che cominciano ad arrivare dal cerchio ristretto del regime che hanno preso a dire che Gheddafi cerca una via d’uscita onorevole e cerca ovviamente anche di non essere ucciso, ma questo nessuno lo vuole; piuttosto il punto è trovare un luogo in cui, in modo decoroso, si possa ritirare e scomparire per sempre dalla scena politica»” (Libero p. 22).
“Quindi una soluzione soft, molto vicina a quella ipotesi dell’esilio concordato che l’Italia aveva tentato di fare accettare a Gheddafi i primi giorni di guerra. Naturalmente il ministro degli Esteri non ha voluto essere più preciso sul dove e sul come, di questa soluzione: «Stiamo lavorando con l’Onu affinché si trovi una via d’uscita politica che tolga di scena il dittatore e la sua famiglia e permetta la costituzione immediata di un governo di riconciliazione nazionale dove esponenti di Tripoli sarebbero già stati individuati. Questo dimostra che non sarebbe il governo di Bengasi, ma il governo dell’intera Libia»” (Libero p. 22).
Intanto il presidente del Partito di Giustizia e Democrazia della Libia Hadi Shalluf ha sottolineato che non ci sarà un cessate il fuoco da parte dei ribelli, a patto che Gheddafi non affronti il processo per crimini di guerra presso il Tribunale penale internazionale.