«Non siate una dogana burocratica che non permette l’azione dello Spirito Santo». Così papa Francesco ha parlato stamattina nel suo primo discorso alla Curia romana, in occasione degli auguri natalizi. E come prima cosa ha ringraziato tutti: «Sento il bisogno, in questo mio primo Natale da Vescovo di Roma, di dire un grande grazie a voi, sia a tutti come comunità di lavoro, sia a ciascuno personalmente».
FUNZIONE DI SERVIZIO. Il Papa ha poi sottolineato le caratteristiche che deve avere chi lavora in Curia: «La professionalità, che significa competenza, studio, aggiornamento… e il servizio al Papa e ai Vescovi, alla Chiesa universale e alle Chiese particolari».
Quindi avverte: «Quando non c’è professionalità, lentamente si scivola verso l’area della mediocrità. Le pratiche diventano rapporti di cliché e comunicazioni senza lievito di vita, incapaci di generare orizzonti di grandezza. D’altra parte, quando l’atteggiamento non è di servizio alle Chiese particolari e ai loro Vescovi, allora cresce la struttura della Curia come una pesante dogana burocratica».
SANTI NELLA CURIA. La qualità più importante resta però la «la santità della vita, che è alla base anche della qualità del lavoro, del servizio. Santità significa vita immersa nello Spirito, apertura del cuore a Dio, preghiera costante, umiltà profonda, carità fraterna nei rapporti con i colleghi. Significa anche apostolato, servizio pastorale discreto, fedele, portato avanti con zelo a contatto diretto con il Popolo di Dio. Questo – ha ribadito – è indispensabile per un sacerdote. E vorrei direi qui che nella Curia Romana ci sono stati e ci sono Santi! E lo ho detto pubblicamente più di una volta per ringraziare il Signore».
NIENTE CHIACCHIERE. Infine, un accenno alle voci: «Noi giustamente insistiamo molto sul valore dell’obiezione di coscienza, ma forse dobbiamo esercitarla anche per difenderci da una legge non scritta dei nostri ambienti che purtroppo è quella delle chiacchiere. Allora facciamo tutti obiezione di coscienza; e badate che non voglio fare solo un discorso morale! Perché le chiacchiere danneggiano la qualità delle persone, danneggiano la qualità del lavoro e dell’ambiente».