Non sono solo i sacerdoti e diaconi a occuparsi della liturgia in chiesa, ci sono anche i ministranti, altrimenti detti chierichetti. Coloro cioè che svolgono funzioni di assistenza durante la Comunione, l’Offertorio, le Processioni. Sono figure laterali, ma ugualmente importanti e coinvolte nei riti sacri. Papa Francesco ha incontrato oltre 50 mila ragazzi ministranti di lingua tedesca tra i 13 e i 27 anni ieri in Piazza San Pietro. Ricordando la loro giovane età, il Papa ha esordito così: «Siete tedeschi e sapete organizzare il tempo, ma non perdetelo con chat e telefonini».
ASCOLTARE IL VANGELO. Dopo la celebrazione della Santa Messa, il Papa ha risposto alle domande dei ragazzi. «Come possiamo essere più protagonisti della Chiesa?» e la risposta è stata: «Il mondo ha bisogno di persone che testimonino agli altri che Dio ci ama. Non basta mettersi al servizio del bene comune offrendo cose necessarie per l’esistenza, come il cibo, i vestiti, le cure mediche, l’istruzione, l’informazione e la giustizia. Noi discepoli del Signore abbiamo una missione in più: quella di essere canali che trasmettono l’amore di Gesù». I ministranti ascoltano sempre il Vangelo partecipando alla Messa, ma il Papa dà loro un consiglio in più: «Il Vangelo che ascoltate nella liturgia, rileggetelo personalmente, in silenzio, e applicatelo alla vostra vita; e con l’amore di Cristo, ricevuto nella santa Comunione, potrete metterlo in pratica».
«NON PERDETE TEMPO». Le domande dei ragazzi sono state semplici. «Come faccio a essere un buon chierichetto ma contemporaneamente fare sport, vivere la passione per la musica e molto altro?», ha chiesto uno di loro. L’importante anche in questo caso è non perdere di vista il bene più importante: «Forse tanti ragazzi e giovani perdono troppe ore in cose futili: il chattare in internet o con i telefonini, le telenovele, i prodotti del progresso tecnologico che dovrebbero semplificare e migliorare la qualità della vita e talvolta distolgono l’attenzione da quello che è realmente importante».
COSA VUOL DIRE LIBERTÀ. Sentirsi liberi è un sentimento che piace ai giovani, ma attenzione a non fraintendere il significato di libertà: «La libertà ci può condurre lontani da Dio, può farci perdere la dignità di cui Lui ci ha rivestiti. Per questo sono necessari degli orientamenti, delle indicazioni e anche delle regole, tanto nella società quanto nella Chiesa, per aiutarci a fare la volontà di Dio, vivendo così secondo la nostra dignità di uomini e di figli di Dio. Quando non è plasmata dal Vangelo, la libertà può trasformarsi in schiavitù: la schiavitù del peccato. Cari ragazzi e ragazze, non usate male la vostra libertà! Non sciupate la grande dignità di figli di Dio che vi è stata donata! Se seguirete Gesù e il suo Vangelo, la vostra libertà sboccerà come una pianta in fiore, e porterà frutti buoni e abbondanti! Troverete la gioia autentica, perché Lui ci vuole uomini e donne pienamente felici e realizzati».