Per la seconda volta in quattro anni, l’amministrazione Obama vuole obbligare anche gli enti privati, in maggioranza religiosi, a pagare per la contraccezione e l’aborto. Come l'”Obama mandate” del 2011 costringeva le università e gli ospedali alla copertura di tali pratiche, mediante i piani assicurativi forniti a studenti e dipendenti, la nuova regola federale, che entrerà in vigore il prossimo 24 giugno, obbliga i servizi di soccorso umanitario a distribuire pillole contraccettive e abortive agli immigrati.
ACCESSO TEMPESTIVO ALL’ABORTO. La cosiddetta norma sui “Bambini non accompagnati” prevede «l’accesso tempestivo e senza ostacoli a (…) contraccezione d’emergenza». E se la gravidanza è la conseguenza di un abuso sessuale, si impone di fornire alla vittima informazioni e «accesso tempestivo a tutti i servizi medici legali collegati alla gravidanza», aborto compreso. Non solo. Chi presta servizi umanitari dovrà anche formare il suo personale all’accoglienza delle persone «Lgbt» per identificare i minori «transessuali e intersessuali».
LIBERTÀ RELIGIOSA. Nel testo non si accenna nemmeno all’obiezione di coscienza e la Chiesa cattolica, insieme ad altri leader religiosi americani, ha sottoscritto un documento contro la nuova legge, criticando l’ennesimo attacco dell’amministrazione Obama alla libertà religiosa, in violazione del «Freedom Restoration Act (“Rfra”)» del 1993. Questo «vieta al governo federale di limitare l’esercizio della religione, anche se il limite è previsto da una norma di carattere generale». Gli enti caritativi che non obbediranno al governo, però, saranno privati di qualsiasi agevolazione fiscale necessaria per sopravvivere.
SOLIDARIETÀ MINATA. Un’eventualità preoccupante, perché taglierebbe le gambe all’America solidale: «Le organizzazioni caritative di ispirazione religiosa rappresentano una percentuale significativa di quelle che garantiscono un servizio ai minorenni non accompagnati», si legge nel documento. Tanto che senza, «il governo federale non sarebbe in grado di prendersi cura di loro». In prima linea si pone proprio l’attività della Conferenza episcopale statunitense, «la più grande in termini di persone servite, insieme alla World Relief, che mobilita le risorse della comunità evangelica». Oltre ai servizi sanitari, questi enti sono in grado di dare supporto ai rifugiati, quando «spesso i loro governi non li possono proteggere dalle persecuzioni». Se questi enti si fermassero per l’ennesimo intervento ideologico del governo democratico, Obama si ritroverebbe con un problema enorme.