«Il guru di Obama è molto bravo e molto competente, mi ha detto anche di essere più cattivo di quanto sarebbe nella mia natura», ha detto il premier Mario Monti, questa mattina ospite a Radio Anch’io.
Poi, però, il presidente del Consiglio si è dimostrato molto malleabile, facendosi ora concavo ora convesso nei confronti degli altri leader. Infatti Monti ha detto di non avere «nessuna intenzione di fare accordo» né con il Pdl né col Pd. Anche se, su possibili alleanze post voto, si è detto aperto a discuterne. in che senso? Monti ha sostenuto che da parte sua c’è «apertura verso tutti ma massima chiusura alle forse anti-riformatrici». Nella sostanza: “apre” a un’alleanza con il Pd senza Nichi Vendola e a un Pdl “magari non guidato da Silvio Berlusconi”.
Per quanto riguarda il Pd, l’alleanza «dipenderà da quali politiche Bersani riterrà di mettere in campo. Se saranno quelle espresse dalle componenti più di sinistra, più massimaliste, non ci saranno le condizioni». Per quanto riguarda il Pdl ha spiegato che «Molti elettori di quel partito sono insoddisfatti. E il Pdl chissà magari non sarà sempre guidato da Berlusconi. Da lì sono anche arrivati diversi parlamentari che hanno voglia di fare riforme e si sono uniti a noi. Penso sia possibile una collaborazione con quella parte di Pdl, una volta mondata da quel tappo che frena le riforme. Quindi massima apertura per tutti ma massima chiusura alle forze anti-riformatrici».
PAROLE SIBILLINE SU CASINI. Non solo. Indirettamente, il premier ha dato ragiona ad alcune ricostruzioni apparse in questi giorni sualla stampa, dove si parlava di screzi fra lui e Pier Ferdinando Casini. A proposito del leader Udc, Monti ha detto che «ci vediamo più raramente adesso di quando il governo lavorava a pieno regime. Adesso ognuno va per la sua strada, Casini ed io, in modo coordinato sullo stesso progetto politico, interpretato in modi diversi, ma con piena armonia».
BERSANI CON MONTI. È da segnalare che ieri, in margine del Forum di Davos, il finanziere Usa di origine ungherese, George Soros, ha detto che «il miglior esito che si possa auspicare dalle elezioni» è che «la sinistra abbia il controllo della Camera e Monti quello del Senato».
E oggi, intervistato su Repubblica, l’ex ministro degli Interni Beppe Pisanu, prevedendo una vittoria «mutilata» del Pd si augura che il partito di Bersani collabori dopo il voto con Montiin nome della «responsabilità nazionale», lasciando fuori Silvio Berlusconi.