Pare proprio che gli abitanti di viale Abruzzi debbano pentirsi di vivere nella zona nord-est della cartina milanese, nelle zone limitrofe a piazzale Loreto e dietro a corso Buenos Aires. Il che è sempre una brutta notizia, visto che la settimana scorsa il New York Times ha incoronato il capoluogo lombardo tra i posti da vedere assolutamente nella vita.
Sembra però più che mai attuale la lettera del presidente dell’Associazione nazionale anti graffiti, indirizzata il 15 ottobre scorso al sindaco Letizia Moratti. Si chiedeva sostanzialmente di proseguire con le operazioni mirate a pulire le facciate e i muri della città imbrattati dai “graffitari” (anche se il più delle volte non si tratta di murales veri e propri, ma di semplici scritte scarabocchiate, anche perché il dibattito su cosa sia arte e cosa no è pressoché infinito), visto che già 24 milioni di euro erano stati investiti nella pulizia, con successo e con miglioria del decoro urbano.
A quanto si apprende dal Corriere della Sera, nella notte tra il 7 e l’8 gennaio sono stati impressi su muri e mattoni ben 183 segni di spray firmati, graffiti grossi e molto visibili sugli intonaci chiari dei palazzi. Così l’esasperato comitato di zona dei cittadini si è messo all’opera e per riprendersi dallo shock ha fotografato il tutto inviandolo alla polizia locale, cercando di fare una triste stima dei danni subiti.
Ben 55 mila euro. Il colmo è che sia stato sfregiato anche il muro del palazzo in cui abita il segretario del comitato di zona Andrea Amato e «che il Tar ora abbia bloccato l’Amsa per continuare nell’opera di pulizia». La società di gestione dei rifiuti milanesi infatti si era incaricata di pulire gratuitamente gran parte dei muri imbrattati, ma da marzo scorso non è più così, visto che ora invece toccherà ai singoli condominii scegliere in che modo operare. Un vero peccato.