Ieri mattina il presidente francese François Hollande ha promesso che la République accoglierà nei prossimi due anni 24 mila rifugiati in fuga da guerre e regimi. Molti in Francia hanno protestato, temendo che «l’arrivo di nuovi migranti acceleri l’islamizzazione della Francia» o comunque la perdita della sua identità, altri hanno invocato l’accoglienza a tutti i costi.
«CUORE E RAGIONE INSIEME». Per monsignor Dominique Rey, vescovo della diocesi di Fréjus-Toulon, bisogna fare delle distinzioni: «L’urgenza umanitaria esige di mobilitare la nostra compassione ma anche la nostra determinazione nell’agire», ha dichiarato in un’intervista al Le Figaro. «Bisogna trovare un punto di equilibrio: cuore e ragione devono parlare insieme. Il cuore ci deve spingere a rispondere all’urgenza umanitaria. La ragione ci obbliga a trovare delle soluzioni a lungo termine. Il nostro dovere morale, soprattutto in quanto cristiani, è di accogliere tutti», ma «le frontiere territoriali devono restare essenziali per proteggere l’identità di un paese. I flussi devono essere regolati. Non si possono accogliere tutti a qualunque condizione».
CRISTIANI E IDENTITÀ. Continua il vescovo: «Molti si inquietano per l’islamizzazione della Francia. L’alterità dovuta all’arrivo di persone provenienti da altri universi culturali interroga la nostra propria identità e ci spinge a riappropriarci della nostra eredità nazionale. Davanti a questa paura di islamizzazione dell’Europa, io constato spesso una mancanza di identità dei cristiani: non dobbiamo aver paura di affermare con convinzione la testimonianza di fede in Gesù Cristo, anche tra i musulmani. Questa è la lezione che ho imparato in Siria».
«USCIAMO DAL LETARGO». Monsignor Rey, infatti, è il primo vescovo francese ad aver compiuto una visita pastorale in Siria ai cristiani perseguitati, molti dei quali sono scappati per poi imbarcarsi tra i migranti verso l’Europa. «Sono sottoposti a un doppio martirio: quello della pietra e quello della carne. Il martirio della pietra, per i quartieri saccheggiati, le vie impraticabili, le chiese distrutte. Martirio della carne, per le migliaia di drammi umani, le persecuzioni esplicite, gli esodi forzati, le famiglie che hanno visto i propri cari massacrati. (…) Dobbiamo uscire dal nostro letargo, non possiamo più restare nell’inazione, in quell’inerzia confortevole che è la nostra sola politica da mesi Lo status quo in Siria e Iraq non è più sopportabile».
Foto Dominique Rey, diocèse Fréjus-Toulon
Foto migranti Ansa/Ap