Saranno i super ospiti musicali del prossimo Meeting di Rimini: stiamo parlando dei Chieftains, gli ambasciatori per eccellenza della tradizione popolare irlandese. In pista già dagli anni ’60, anche a livello discografico, conquistano la notorietà mondiale con la loro partecipazione alla colonna sonora, nel 1975, del film diretto da Stanley Kubrick, Barry Lyndon. Il grande successo che ha portato il gruppo condotto da Paddy Moloney a vincere diversi Grammy Awards (gli Oscar della musica) nella categoria “World Music”, definizione un pò “fighetta” di musica folk, è dovuto alla capacità di questi artisti di non essersi cristallizzati nella mera riproposizione di un repentorio popolare per forza di cose limitato, ma, soprattutto a partire dalla fine degli anni 80, di diventare protagonisti di una serie di collaborazioni con musicisti di altre tradizioni, realizzando prestigiose sessions, dove si respira oltre alla grande passione per le proprie radici, l’amicizia tra chi vive la musica come incontro e divertimento.
Per preparare il pubblico che assisterà al concerto il prossimo 24 Agosto, consigliamo alcuni titoli, tra la discografia sterminata, che ci sembrano i più adatti a far capire meglio la loro “missione” tra le sette note. Primo fra tutti il disco della svolta “rock”, “The Long Black Veil”, in collaborazione con i Rolling Stones, Sting, Mark Knopfler, Tom Jones, Van Morrison, Ry Cooder e Sinead O’Connor. E’ la volta poi di “Fire in the Kitchen”, un’ indiavolata scorribanda di ballate e gighe in compagnia di giovani musicisti canadesi anglo-francofoni.
Non possiamo dimenticare la trilogia dedicata all’ evoluzione della tradizione irlandese in terra americana. Tre cd realizzati in tempi diversi con una infinita schiera di musicisti e interpreti bluegrass, funamboli della voce e degli strumenti a corde (chitarre, dobro, banjo e altre diavolerie). I titoli? Eccoli : “Another Country”, “Down the Old Plank Road -The Nashville Sessions” e “Further Down the Old Plank Road”.
Non possiamo dimenticare la trilogia dedicata all’ evoluzione della tradizione irlandese in terra americana. Tre cd realizzati in tempi diversi con una infinita schiera di musicisti e interpreti bluegrass, funamboli della voce e degli strumenti a corde (chitarre, dobro, banjo e altre diavolerie). I titoli? Eccoli : “Another Country”, “Down the Old Plank Road -The Nashville Sessions” e “Further Down the Old Plank Road”.
L’ultima avventura musicale, in ordine in tempo, dei Chieftains, è “San Patricio”, un viaggio nel Messico tra i mariachi, per celebrare i disertori irlandesi dell’esercito nordista durante la guerra d’occupazione nei territori del Centro America. Ma il capolavoro dei Chieftains si intitola “Santiago”, targato 1996, una grande traversata che parte dalle acque del Mediterraneo che bagnano le coste europee e il nord Africa, continua nello Stretto della Manica, tra la Galizia e la Scozia, arriva nel Mare del Nord e compie la traversata dell’Atlantico, fino alle coste centro americane. Un lavoro musicale definitivo a cui partecipano orchestre sinfoniche, il “Jimy Hendrix” della cornamusa, Carlos Nunez, i Los Lobos, un coro di monaci spagnoli, Linda Ronstand, Ry Cooder e tanti altri compagni di pentagramma. Ecco, in estrema e sicuramente poco esaustiva sintesi, la storia discografica dei Chieftains, che quest’anno il popolo del Meeting potrà ammirare da vicino. Per completare, non perdete la visione del filmato che riguarda il concerto che i Chieftains hanno tenuto nella trasferta americana di Nashville, qualche anno fa: quasi 15 minuti di una sfrenata cavalcata al ritmo di “bodhran”, il tipico tamburo irlandese, con una strabiliante sorpresa “coreografica” finale. Buon divertimento!