I principali servizi di sicurezza attivi in Medio Oriente segnalano come imminente un’ondata di attentati terroristici contro simboli, strutture e personalità governative in Arabia Saudita in coincidenza col prossimo mese di Ramadan (ottobre-novembre). Gli attacchi verrebbero compiuti dalle centinaia di giovani sauditi che negli ultimi mesi hanno ricevuto addestramento e fatto esperienza di combattimenti in Irak al fianco degli uomini di Abu Musab al Zarkawi e che, una volta rientrati in patria, sono agli ordini di Saleh al Oufi, nuovo leader di Al Qaeda nel regno saudita. Con un salto di qualità, le operazioni dovrebbero passare dagli omicidi di lavoratori stranieri occidentali ad attacchi contro personalità dello Stato, grazie al fatto che il livello di infiltrazione di elementi di Al Qaeda nelle forze di sicurezza saudite sarebbe passato da quello dei semplici agenti a quello degli ufficiali superiori.
Nonostante sia stata ufficialmente collocata dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea in una lista di organizzazioni fiancheggiatrici del terrorismo jihadista e le autorità pakistane ne abbiano chiuso gli uffici di Karachi e Islamabad, l’organizzazione filantropica Al Rasheed Trust continua ad operare a favore dei talebani e dei militanti di Al Qaeda dalla sua sede di Peshawar ed ha aperto una nuova sede a Wana nel Waziristan, la regione del Pakistan al confine con l’Afghanistan nelle cui aree tribali si concentrano le basi dei talebani e dei terroristi arabi di Al Qaeda sfuggiti all’operazione Enduring Freedom. Ufficialmente Rasheed Trust raccoglie fondi per soccorrere le popolazioni le cui case sono state distrutte nel corso delle recenti operazioni dell’esercito pakistano contro le basi dei terroristi. Negli anni Ottanta Al Rasheed Trust era stata utilizzata dall’Isi (il servizio segreto pakistano) per canalizzare fondi sauditi ai mujaheddin afghani antisovietici.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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