In campagna elettorale sentiamo sempre parlare di diritti. Giusto.
Ma a questi, dovrebbero corrispondere anche i doveri. Normalmente vengono intesi come quelli dei cittadini nei confronti dello Stato. In realtà sono le istituzioni per prime che devono rispettare degli obblighi nei confronti delle persone.
Questa è la nostra visione, dove al centro ci sono l’uomo e la comunità. Una filosofia che si traduce in un progetto politico dove federalismo e sussidiarietà non sono parole vuote, ma stelle polari. Si evince dal programma che abbiamo studiato per la Lombardia di domani che per noi l’Istituzione deve essere uno slancio, un supporto e non un ostacolo burocratico per le imprese, le famiglie e le associazioni.
Nella Lombardia che ho in testa, le istituzioni saranno all’altezza di assolvere il loro vero compito: garantire il rispetto delle regole sostenendo il tessuto economico e sociale lombardo.
La persona è misura della politica e dell’azione nello spazio pubblico. Centralità della persona significa tutela della vita in ogni sua fase e in ogni sua fragilità; significa difesa di quel luogo dove la persona ha origine e sviluppa la sua naturale dimensione relazionale, ovvero la famiglia quale cellula fondamentale della società. La famiglia, in questo senso, è la prima agenzia di welfare, perché essa genera, cura ed educa i cittadini di domani, assiste e si fa carico di disabili e anziani, mantenendo vivo quel legame tra generazioni che è fondamentale per il futuro di ogni società. Intorno a questo nucleo originario occorre costruire un nuovo sistema di politiche sociali e sociosanitarie, valorizzando i compiti che già la famiglia svolge e offrendo ad essa una rete di supporto e aiuto, in un’ottica sussidiaria.
Come ho avuto modo di dirvi durante il recente incontro organizzato da Tempi ad Albiate, lo stesso principio è applicabile anche al mondo dell’istruzione. A differenza di quanto sostiene uno dei miei avversari, io penso che l’esperienza virtuosa di Regione Lombardia del buono scuola debba non solo proseguire, ma essere incrementata.
Lo stesso vale per la meravigliosa esperienza amministrativa denominata Nasko. Nella mia Lombardia, si proseguirà e si incrementerà il sostegno alla natalità, alla maternità e alla paternità incentivando i centri d’aiuto alla vita.
Nella Lombardia che ho in testa, l’intelligenze e l’efficacia dell’istituzione si misurerà sulla sua capacità di essere al servizio, non “al posto”, delle persone: dei loro bisogni e della loro creatività. Vi ho spesso sentito ripetere una frase che mi piace molto: “La prima politica è vivere”. Ecco, la mia e vostra Lombardia sarà al servizio di questa “vita”.
Questa vita che già c’è.
Roberto Maroni