Mario Mauro ha ufficializzato la frattura con il Pdl (in cui milita dal 1999) annunciando le dimissioni da capogruppo della delegazione del Partito della Libertà al Parlamento Europeo. «Solo con il progetto europeo si può uscire dal guado» della crisi e «salvare i risparmi dei cittadini».
Il parlamentare, che già nell’autunno scorso si era detto contrario ad una ricandidatura di Berlusconi schierandosi a favore del premier Mario Monti, ha fatto il suo annuncio stamani nella riunione del gruppo del Partito Popolare Europeo, con un discorso che è stato molto applaudito.
Mauro ha spiegato che il riavvicinamento del Pdl alla Lega è stato un «tragico errore» e uno dei motivi per la sua decisione. Mauro ha anche sottolineato il fatto che il centrodestra non è riuscito «in quasi venti anni» a fare le riforme promesse e necessarie. «Molto è stato detto, poco è stato fatto». Ha anche detto che il capogruppo del Partito popolare europeo, Joseph Daul, monitorerà la campagna elettorale italiana.
Il parlamentare pugliese ha garantito una campagna elettorale “attiva” senza però precisare se sarà candidato alle politiche: «La riflessione non è ancora maturata». Mauro rimane, comunque, nel gruppo del Ppe.
E I VALORI NON NEGOZIABILI? Oggi, in un’intervista sul Foglio, Mauro dice che, a proposito dei “valori non negoziabili” su cui la Chiesa attende risposte e a cui Monti non ha dato alcuna rassicurazione, «non c’è alcuno schieramento che offre questa garanzia. Sono un problema che tutti devono affrontare, Pdl e Pd compresi. Io preferisco affrontare queste tematiche capitali in uno schieramento dove non si fa la guerra ma si cercano soluzioni condivise in un clima pacifico. Ma non userei questi temi come spada di Damocle per decidere per chi i cattolici debbono votare. Credo occorra guardare alle persone prima che agli schieramenti».
E CL? E Cl con chi sta?, chiede Il Foglio. «Basta leggere – risponde Mauro – la nota politica recentemente diramata per capire che Cl chiede semplicemente che i politici lavorino per il bene comune. Non sta con nessuno e non chiede altro. Il movimento guarda positivamente chi decide di assumersi il rischio di un tentativo politico e in questo senso mi sento spronato a dare il meglio».