«Tutti dicono che dopo il voto Monti farà un patto di governo con il Pd? Siamo così sicuri? È tutto davvero così scritto? Io non escluderei che un confronto vero sulla natura riformista ed europeista del Pdl possa portare a una ricomposizione del rapporto con il Professore. E azzarderei un altro scenario: il Pdl e il Professore potrebbero trovare un’intesa proprio nel nome del Ppe». Lo dice oggi in un’intervista ad Avvenire Mario Mauro, ex Pdl, oggi in corsa con la lista Monti.
Rispetto alle ultime polemiche su una possibile esclusione del partito di Berlusconi dal Ppe, Mauro getta acqua sul fuoco. «Il Ppe non vuole allontanare il Pdl, non vuole metterlo alla porta. Anzi vuole continuare a credere nella sua capacità di rigenerarsi, di capire le ragioni e la forza dell’Europa…». «Dietro la mia scelta per Mario Monti – dice Mauro – non c’è mai stata la volontà di dividere il Pdl dal Ppe. C’è l’esatto contrario. C’è la speranza che il Pdl possa tornare a camminare sulla strada giusta».
I toni accesi della campagna elettorale e il quotidiano scontro fra Berlsuconi e Monti, non incrinano le certezze di Mauro: «È campagna elettorale e i toni sono da campagna elettorale. Dopo il voto cambierà tutto. Le fratture di oggi si potranno ricomporre e il sostegno a Monti potrà tornare a essere prioritario anche per il Pdl che ha sostenuto il Professore per tredici mesi con la stessa responsabilità del Pd. Questa è politica, non fantapolitica. E ora abbiamo il dovere di continuare a spenderci per costruire l’unità dei popolari europei. Certo dei popolari, non dei populisti. Un pdl che vuole bene all’Europa fa solo bene all’Italia».
Per Mauro la strada maestra è «un partito con una visione profondamente europeista. Che non parla di congiure e che invece ammette una sua incapacità di aiutare l’Italia a crescere. Il Pdl deve avere il coraggio di dire “abbiamo fatto errori, anche gravi” e solo la scelta per il governo tecnico guidato da Monti ci ha strappato dalle sabbie mobili».
INTERVISTA AL MATTINO. Mauro parla anche al quotidiano Il Mattino di Napoli al quale sottolinea il fatto di non vedere «tensioni nel Ppe». Del resto, aggiunge, «le ragioni che mi hanno portato ad abbandonare il Pdl sono al cuore del giudizio di molti parlamentari europei del Ppe. Siamo rimasti fedeli agli ideali europeisti che erano alla base dell’ingresso di Forza Italia nel Ppe nel 1998: le riforme liberali e la visione europeista che Berlusconi aveva evocato mettendo De Gasperi al centro della Convention del 1998». «La scorciatoia di indicare come soluzione dei mali italiani un’ipotetica congiura è la peggiore. Sa di nazionalismo, di localismo, di cedimento alle istanze della Lega». Dunque, prosegue, ‘in questo momento Monti appare il candidato unico del Ppe, anche perché non si è ancora capito chi sarà il candidato del Pdl».