Il ministro degli Esteri Franco Frattini e il ministro della Difesa Ignazio La Russa hanno riferito alle rispettive commissioni riunite di Camera e Senato sulla partecipazione italiana ai bombardamenti in Libia.
Frattini ha dichiarato che le azioni aeree mirate in Libia rappresentano «il naturale sviluppo» della linea perseguita già da marzo e che l’arsenale militare di Gheddafi è stato «ridotto di oltre un terzo» in seguito alle operazioni aeree della Nato, che hanno «smantellato l’aeronautica militare» libica. Gli attacchi delle milizie di Gheddafi si caratterizzano per una «vera e propria escalation di violenze» dice Frattini, che ha parlato anche di «emergenza umanitaria di proporzioni gravi e crescenti» e di «strage che non possiamo ignorare» in quanto «amici del popolo libico».
Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha inoltre confermato la necessità di una «credibile azione militare» e prosegue riferendo che «i velivoli e gli equipaggi sono già pronti e saranno messi a disposizione della Nato per essere impiegati» nei bombardamenti mirati sulla Libia. Saranno 12, come adesso, i velivoli italiani messi a disposizione per le operazioni militari e otto di questi potranno bombardare o lanciare i missili di cui sono dotati.
«L’Onu ha deciso di fare la guerra e non ammette più il dialogo come mezzo per risolvere le controversie. Tutti vogliono continuare a perseguire la soluzione delle bombe. E’ una cosa triste, terribile, anche perchè non cambierà niente. E’ una sconfitta per l’umanità». Così il vicario apostolico di Tripoli mons. Giovanni Innocenzo Martinelli commenta all’agenzia vaticana Fides la partecipazione dell’Italia ai raid.
Anche il Papa nel messaggio Urbi et orbi al termine della messa di Pasqua, ha ricordato le situazioni di conflitto che agitano la terra, lanciando un appello perchè in Libia tacciano le armi e si apra «la via della libertà, della giustizia e della pace».