«Inneggiare a Muammar Gheddafi o al suo regime o alle sue idee o ai suoi figli, offendere l’islam o denigrare la rivoluzione del 17 febbraio» sarà punito con pene che vanno fino all’ergastolo. Lo ha stabilito il Consiglio nazionale transitorio libico (Cnt), che guida il paese nordafricano fin dall’uccisione del rais Gheddafi, approvando una legge il 2 maggio.
Secondo quanto dichiarato dal Cnt, la Libia si può considerare ancora in uno «stato di guerra» e la legge appena approvata servirà a mantenere il paese stabile. L’ergastolo è previsto anche per chi «diffonde informazioni o rumori che possano attentare ai preparativi militari per la difesa del paese o seminare il terrore tra la gente o offendere la morale dei cittadini». Se «i rumori o le informazioni danneggiano il paese, la pena è l’ergastolo». Le misure approvate dal Cnt non si addicono certo a governanti che sbandierano tutto il giorno di avere liberato il paese da un regime e che si sta per aprire una nuova stagione di libertà. Un’altra legge approvata sempre il 2 maggio prevede la confisca delle proprietà dei familiari di Gheddafi e dei suoi ex funzionari. Non è invece presente nel testo, contrariamente agli annunci fatti la settimana scorsa, la norma che proibisce la nascita di partiti a stampo religioso.
Le norme liberticide approvate due giorni fa confermano lo stato confusionario e dominato da forze estremiste in cui si trova il paese che con l’appoggio internazionale è riuscito a uccidere il dittatore Gheddafi lo scorso 20 ottobre. Come sostiene anche l’opinione pubblica libica, «gli arresti e le detenzioni senza processi sono ancora un grande problema del nostro paese: la gente è spaventata». La Cirenaica, che si è dichiarata semi-autonoma, e il grandissimo numero di armi e bande armate che ancora girano per il paese senza rispettare la legge costituiscono due altri grandi problemi che il governo deve affrontare per pacificare un paese, che non sembra in grado di ristabilirsi dopo gli scontri armati con i sostenitori di Gheddafi. Ma anche la caccia all’uomo e il desiderio di vendetta nei confronti degli ex gheddafiani insieme alla volontà di instaurare la Sharia nel paese non sono segnali che fanno ben sperare per il futuro.