Oggi la Libia torna al voto 48 anni dopo le ultime elezioni. Il voto era previsto per il 19 giugno, ma per motivi “tecnici e logistici” (tra cui l’occupazione dell’aeroporto di Tripoli da parte di un gruppo di bande armate) sono state rinviate a oggi. L’ultima volta per i libici è stata nel 1964 quando alla guida del paese c’era re Idriss, deposto nel 1969 dal raìs Muammar Gheddafi, che dopo 42 anni di dominio incontrastato, i partiti politici erano vietati, è stato deposto e ucciso lo scorso 20 ottobre.
La Libia si avvicina alle elezioni in pieno caos: le bande armate scorrazzano indisturbate per il paese, la Cirenaica si è proclamata regione semi-autonoma, il sistema giudiziario non esiste ancora, il Consiglio nazionale transitorio libico ha dichiarato che la Costituzione sarà certamente e come minimo ispirata alla sharia e pochi giorni fa un gruppo di federalisti armati ha ordinato la chiusura di due terminali petroliferi nell’est del paese costringendo allo stop della produzione. L’azione segue le minacce pro-federaliste che avevano intimato il boicottaggio delle elezioni del 7 luglio. I federalisti rivendicano una più equa allocazione tra le diverse parti del paese dei 200 seggi che verranno redistribuiti oggi e che attualmente prevedono, secondo un criterio demografico, 100 seggi per la regione occidentale, 60 per quella orientale e 40 per quella meridionale.
I seggi saranno aperti dalle 8 alle 20, i libici iscritti alle liste elettorali sono più di 2,7 milioni. In palio ci sono 200 posti nell’Assemblea costituente: di questi 80 andranno ai partiti politici e il rimanente ai candidati indipendenti. I candidati indipendenti sono 2.500, 1.200 appartengono a 142 partiti politici. Tra questi spiccano il partito di Giustizia e Sviluppo (o Costruzione), ramo politico dei Fratelli Musulmani, Al-Watan, guidato da Abdel Hakim Belhaj, ex leader del Gruppo Combattente dei Libici Islamici (Lifg), e la coalizione delle Forze Nazionali, i “moderati” della nuova Libia, guidata dall’ex premier del Consiglio nazionale di transizione, Mahmoud Jibril.
La Libia è attualmente guidata dal Cnt, organo non eletto e formato da leader tribali e oppositori di Gheddafi. L’Assemblea costituente ha il compito di nominare un nuovo governo e una commissione per redigere una Costituzione che dovrà poi essere ratificata con un referendum. Dopo, verranno fissate nuove elezioni nel 2013 per eleggere un Parlamento che sostituisca il Cnt, sperando che il paese non si divida prima.