Toni pacati e mani tese l’uno verso l’altro sabato sera a Brescia alla festa della Lega Nord. I protagonisti sono stati i tre presidenti delle regioni settentrionali governate dal centrodestra: Roberto Cota, Luca Zaia e Roberto Formigoni, quest’ultimo invitato e accompagnato dal suo vice Andrea Gibelli. Il tema trattato: la macroregione Nord.
L’ATTESA. COSA DIRÀ FORMIGONI? Qualche minuto prima dell’inizio dell’incontro si respirava forte curiosità sulla posizione che avrebbe preso il governatore lombardo in merito alla controproposta presentata in mattinata da Roberto Maroni sulla macroregione Nord. C’è un passaggio fondamentale che distanzia l’idea di Maroni da quella formigoniana: da un lato il presidente lombardo prevede un passaggio che non tocchi la Costituzione, dall’altro il segretario della Lega indica la via della riforma costituzionale per creare un aggregato territoriale smarcato da Roma che lasci il 75 per cento del prelievo fiscale nel territorio. Ad oggi, questa porzione ruota intorno al 30 per cento.
IL PARTITO DEL NORD. Delusione per i “sangue bollenti” che desideravano lo scontro aperto fra i tre presidenti che, in alcuni momenti, hanno pure flirtato. Un esempio per tutti: «Formigoni parla da criptoleghista, – ha detto Luca Zaia – faccia il Pdl del Nord e insieme potremmo fare grandi cose. Se lui decide, noi ci siamo». Formigoni sorride, ma per ora non si smarca da Alfano e Berlusconi che definisce persone «di buon senso. Lo dimostra un fatto nuovo e importante: anche il Pdl vuole la macroregione». Il presidente si riferisce all’incontro avvenuto in settimana a Verona dove, insieme a tutti gli esponenti del Pdl settentrionale con Mariastella Gelmini e Ignazio La Russa, il partito del predellino ha deciso di appoggiare la proposta di macroregione.
«URGE REALISMO». Rispetto al progetto di Bobo Maroni di cambiare la Costituzione risponde Formigoni: «Non è una bestemmia, ma il cammino sarebbe lungo. Non dico di no, ma ragioniamo su un progetto concretamente fattibile. Secondo voi riusciamo a costruire una maggioranza in Parlamento che decida di lasciare il 75 per cento delle risorse al Nord e toglierle al Sud? Cerchiamo di essere realisti. Propongo un’altra strada con la volontà di andare più avanti. Ma cominciamo a utilizzare gli strumenti che la Costituzione ci dà. Veneto e Lombardia hanno sistemi eccellenti di sanità e Cota sta facendo un ottimo lavoro in Piemonte; uniamo i nostri sistemi di trasporti. Quella grande risorsa che è il Po perché deve essere gestita a Roma?».
«CI FACCIAMO UN MAZZO COSÌ». Proprio sulla sanità il governatore lombardo si lascia scaldare dal pubblico: «Ci facciamo un mazzo così (con gesto) e mettiamo insieme sistemi sanitari che funzionano. Prendiamo meno soldi dalle altre regioni e diamo servizi che funzionano». Alla proposta di Formigoni, risponde Zaia: «Questa strada mi convince, mettiamola nero su bianco come impegno elettorale, così evitiamo il dualismo dei partiti: compatti con la Lombardia dico sì alla macroregione, ma con un impegno elettorale». Roberto Cota precisa che quando si parla di macroregione «l’identità deve essere valorizzata e ciascun territorio dovrà mantenere la propria autonomia, quindi non parliamo di fusione tra regioni, ma di una federazione: una nuova comunità autonoma del Nord dove dovrà rimanere il 75 per cento del prelievo fiscale». Sembra prendere il volo la proposta di un Nord unito e la prossima tappa sarà una riunione a porte chiuse entro fine mese nella sede della Regione Lombardia.