Il suicidio dei kamikaze palestinesi torna ad essere un atto “santo”. Lo ha ribadito lo sceicco Mohammed Sayed Tantaoui, ex rettore della prestigiosa università del Cairo al-Azhar, considerato nel mondo islamico l’organo più autorevole per quanto riguarda l’interpretazione della dottrina coranica, commentando gli ultimi attentati che hanno insanguinato le strade di Gerusalemme. «L’attentatore suicida è santo perché colpisce al cuore un nemico che sta occupando le sue terre, calpestando la sua dignità e uccidendo la sua gente… è santo anche quell’attentatore suicida che, agendo in una città dello stato d’Israele dove è provata la presenza di aggressori del popolo palestinese, si fa esplodere uccidendo uomini, donne e bambini, perché non è possibile distinguere fra le vittime di un attentato». Lo sceicco ha poi aggiunto che non è però corretto prendere intenzionalmente di mira i luoghi frequentati da donne e bambini. Soltanto due mesi fa, fu proprio Tantaoui a pronunciare il discorso conclusivo del convegno interreligioso di Alessandria, chiuso con queste parole: «l’uccisione di vittime innocenti, eseguita in nome di dio, è un sacrilegio del Santo nome di Dio e offende tutte le religioni del mondo». Subito dopo il convegno, sembra che Tantaoui abbia cominciato a ricevere minacce di morte da parte dei gruppi islamisti più radicali.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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