Di piano rom il Comune di Milano parla da circa un anno: doveva essere varato entro fine aprile, poi è slittato. Ora si è tornati a citarlo: entro fine luglio dovrebbe essere presentato il nuovo regolamento, e nel frattempo la giunta lavora affinché siano sbloccati i fondi necessari, congelati dopo che una sentenza del Consiglio di Stato aveva annullato lo stato di emergenza. Anche per via di questo ritardo (mentre il numero di rom presenti nei campi irregolari aumenta) Maurizio Pagani, di Opera Nomadi, è molto critico con la giunta arancione. Non certo perché ideologicamente contrario a questa amministrazione, anzi: «La mia è una critica sul piano puramente tecnico. Il Comune è sprovvisto di strumenti e ufficio ad hoc, ed è incapace di avere una visione profonda e analitica del problema. Un grande errore è stato il mancato dialogo col terzo settore nel suo complesso, prediligendo i soliti interlocutori, che a quanto pare sono validi per tutte le stagioni».
Marco Granelli (assessori alla sicurezza) e Pierfrancesco Majorino (assessore alle politiche sociali) hanno recentemente spiegato di voler sperimentare «l’inserimento in strutture di emergenza, proprio al fine di accompagnare il superamento di alcuni campi». Che significa superamento? «Sgomberi. Gentili, ma pur sempre sgomberi», traduce Pagani. In questi giorni verranno presentati «una serie di progetti per affrontare un tema che in questi anni è degenerato per precise responsabilità del centrodestra».
Peccato che per Pagani le responsabilità siano più che condivise: «In via Gatto, per esempio, ieri ha fatto un sopralluogo la Commissione sicurezza del Comune. Ha “scoperto”, su segnalazione dei cittadini, un insediamento abusivo con oltre 150 persone (fra le quali almeno 75 bambini), diverse decine di baracche e un paio di roulotte. Un area degradata con un enorme montagna di rifiuti. E di queste situazioni ce ne sono tante».
Granelli in serata ha annunciato un intervento, ma «non mi pare di intravedere elementi di continuità rispetto al passato. Non voglio fare polemica, ma mi permetto una domanda: questa giunta ritiene che fenomeni di questo tipo possano essere gestiti in modo diverso? Ci sono dei dati di riscontri, sulle operazioni precedenti?» Il Comune ha annunciato in una nota che «alle famiglie che hanno occupato l’area saranno proposte situazioni abitative legali dove possibile e opportuno». Auspicabile ma complicato, trattandosi di 150 persone.
Una situazione drammatica descritta anche da Mirko Mazzali, avvocato, esponente di Sel e presidente della commissione Sicurezza: «L’acqua non arriva, la spazzatura l’Amsa non passa a raccoglierla, i vicini non vogliono che gli abitanti del campo usino le fontanelle. Ci sono bambini piccolissimi in condizioni igieniche impossibili». Mazzali ha mostrato, inoltre, un certo pessimismo: «L’assessore ha annunciato lo smantellamento del campo. Al di là del brutto termine, mi aspetto che almeno i minori vengano assistiti e tutelati. Dico almeno perché le disponibilità economiche sono quelle che sono».
Quindi? Come potrebbe evolversi la situazione? «Il Comune assegnerà fondi alle Onlus che sistemeranno i nomadi in alloggi di vario tipo», spiega Pagani. Funzionerà? «Io ritengo che delegare questo genere di iniziative al terzo settore sia sbagliato. Aumentano i costi, e peggiora la situazione. Un conto è assegnare un luogo a una famiglia debole, economicamente e socialmente. Italiana o straniera che sia. Diverso è dover pagare un’associazione che mette a disposizione una struttura, recuperata dal patrimonio pubblico, a basso costo. Perché si tratta di un’assegnazione temporanea, e a discrezione dell’Onlus. È una cosa che mi preoccupa molto: in questi casi non ci sono arbitri in grado di valutare il fallimento o meno di un’operazione, o il comportamento buono o cattivo di una famiglia. Non nego che ci siano situazioni meritevoli di essere seguite. Ma non è questo il percorso giusto».
Il Comune però ha intenzione di avvisare gli abitanti dei campi dello sgombero, «in modo da trovare alternative». Un piccolo passo avanti? «No, è una presa in giro. Amnesty International ha fatto presente più volte che gli sgomberi senza preavviso sono contrari alle norme europee. E così si salvano capre e cavoli. Insomma, si tratta di un triste escamotage, anche piuttosto ipocrita».