Fare la spesa è per molti, incalzati da giornate troppo corte, una necessità da liquidare nel più breve tempo possibile: nel supermercato prevale la velocità, nei casi estremi il carrello è già alla cassa che fa la fila da solo, il proprietario compare ogni tanto, scarica i prodotti e scompare. Molti consumatori invece, spinti da necessità economiche, attuano la spesa “differenziata”, comprando in posti diversi e a seconda della convenienza, differenti merceologie: ci vuole più tempo e pazienza, ma il risparmio è garantito. Frutta e verdura nei mercati rionali o in strutture “a 1 euro al kg”, spesso in prossimità dei centri commerciali. I discount si sfruttano invece per bibite, biscotti, salumi e latticini, igiene casa: pur di marche sconosciute, offrono un buon rapporto qualità prezzo. Nei supermercati e ipermercati il resto, privilegiando però le offerte e confrontando i volantini delle catene concorrenti e stoccandosi, ma senza esagerare. Esiste un termine per definire questa classe di consumatori infedeli, non amati dalla grande distribuzione: sono i “cherry pickers”, i raccoglitori di ciliegie; raccolgono solo il meglio, quello che più gli piace e conviene.
Lorenzo Ranieri
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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