Colpo di scena nella vicenda del magnate e dissidente kazako Mukhtar Ablyazov: l’uomo è stato arrestato a luglio scorso in Costa Azzurra, proprio poco tempo dopo l’estradizione dall’Italia della moglie Alma Shalabayeva. La corte di appello di Aix en Provence oggi ha dato il via libera all’estradizione verso la Russia. Oltre alla Russia aveva fatto richiesta di estradizione anche l’Ucraina, ma per i giudici francesi la priorità spetta al paese guidato da Vladimir Putin.
SHALABAYEVA: «NON RIVEDRO’ PIÙ MIO MARITO». Alma Shalabayeva, rilasciata dopo la detenzione in Kazakhistan, è arrivata con la figlia lo scorso 7 gennaio a Parigi e ha chiesto l’asilo politico proprio facendo leva sulla vicenda italiana, per i pericoli che la donna avrebbe corso con quella che i suoi avvocati hanno definito una «extraordinary rendition». L’ottimismo della Shalabayeva e dei difensori però si è frantumato oggi con la decisione dei giudici francesi. Ablyazov è accusato dal Kazakhistan di frode, in particolare di aver sottratto alla sua banca, la Bta, quasi 5 miliardi di euro. La moglie lo ha difeso: «Vogliono distruggere mio marito perché ha tentato di portare la democrazia nel nostro paese. Il regime ha distrutto la banca per dare poi la colpa a mio marito». La donna proprio ieri aveva aggiunto: «Se i giudici francesi lo estradano, non lo vedrò mai più. Sarebbe terribile. Spero che la Francia riconoscerà la persecuzione politica di cui siamo vittime, mio marito, io e tutta la nostra famiglia». Così non è stato perché per i giudici francesi la Russia ha diritto all’estradizione, in quanto in quel paese Ablyazov è perseguito per «reati considerevolmente più gravi». Oggi il portavoce della famiglia Peter Sahlas ha commentato, annunciando il ricorso in Cassazione: «Questa Corte vuole inviare Ablyazov, un rifugiato, dritto nelle mani delle persone da cui dovrebbe essere protetto». Per la moglie e la famiglia le richieste di estradizione sarebbero strumentali e dovute a pressioni del governo kazako.