“Because you’re mine, I walk the line”. Siccome ti ho con me, rigo dritto, cantava Johnny Cash celebrando l’amore per la donna della sua vita, la cantante June Carter. La donna che l’aveva aiutato ad alzarsi dopo il periodo di dipendenza da alcol e sostanze varie, che sapeva amarlo anche quando lui non si amava più. Convolati a nozze nel 1968 e trasferiti a Nashville nel Tennessee, i due non si sono mai più allontanati, anche quando lui andava in tour, la voleva sempre con sé sul palco. Sorridenti, vicini e sereni, Johnny e June son sempre stati così, fino alla fine, e quando lei è venuta a mancare nel maggio del 2003 lui l’ha seguita qualche mese dopo. Impossibile non immaginarli ancora insieme a cantare Jackson o It ain’t me.
Saranno felici di sapere che la loro vecchia casa diventerà nei prossimi mesi un museo dedicato al patron del blues, del country e di certe ballate cantate con voce roca. Conterrà tutti le memorabilia che Bill Miller, noto collezionista di cimeli rock, ha raccolto negli anni, sia gli oggetti contenuti nel vecchio museo dedicato a Cash, ad Henderson, in Tennessee, e ormai chiuso da una decina d’anni. Una delle figlie di Johnny, Roseanne, avuta dalla prima moglie, si è detta felicissima dell’operazione: «Miller è stato un supporter incredibile di mio papà ed è uno dei maggiori collezionisti di sue memorabilia. Ho molta fiducia in lui, credo che ne nascerà qualcosa pieno di dignità e classe e che sarà storicamente importante, non penso che farà delle cose kitsch. Seguirò con grande interesse il suo progetto». Anche il figlio John, avuto da June, ha dimostrato il suo entusiasmo. L’annuncio ufficiale da parte dell’amministrazione di Nashville verrà fatto a San Valentino, giorno che Johnny e June si sarebbero senz’altro ricordati di festeggiare.