È l’enfant prodige democratico. Solo che lui non ha deluso l’elettorato ed è un ispanico molto amato dalla popolazione dei latinos (che sperano nell’elezione di un loro presidente). È il sogno degli immigrati del Sud America, che sono il 15 per cento della popolazione degli Stati Uniti. Per questo la mossa di affidare il discorso centrale a Julian Castro, il popolare sindaco della città texana di San Antonio, potrebbe attirare il voto dell’etnia maggiormente crescente nel paese.
L’AMERICAN DREAM IN VERSIONE LIBERAL. Castro incarna l’American Dream versione liberal e fa da contraltare al repubblicano Paul Ryan, che lo rappresenta in versione repubblicana. Entrambi chiamati dai rispettivi partiti a tenere il Keynote Speech hanno fatto leva sul sogno americano di chi è capace di realizzarsi con la propria vita. Ma se Ryan ha puntato tutto sulla libertà umana, con cui si può decidere di lottare per costruire un futuro migliore, il sindaco ha sottolineato più l’aspetto dell’America “terra di opportunità”. Castro incarna la rivoluzione obamiana, che punta sullo Stato e mette in cantina la prima versione sussidiaria di sviluppo adottata dalla “land of liberty”. Come ha raccontato ieri sera alla platea, Castro è cresciuto con una nonna orfana, scappata dal Messico in Texas, e con una madre single, attivista politica del partito di messicani Raza Unida, che si batteva per i diritti civili degli immigrati, per la giustizia sociale e l’autodeterminazione.
RAZA UNIDA. I natali di Castro dicono molto del personaggio. A San Antonio, all’inizio degli anni 70, i militanti di Raza Unida trovarono una sponda in Patrick Flores, il discusso vescovo messicano della città, sostenitore del movimento dei diritti civili e della teologia della liberazione. Il che spiega la sottolineatura, en passant, del sindaco cattolico sul sostegno all’aborto e al matrimonio omosessuale, per cui «se si tratta di rispettare i diritti delle donne [Romney] dice no, quando si tratta di consentire ad ognuno di sposare chi ama dice no».
Al pari di quella di Obama, che non manca mai di ribadire di essere cristiano, la religiosità di Castro è rivolta a un Dio generico e fai-da-te, piuttosto che a quello incarnato. Per questo, come ha riportato il Dallasnews.com, Castro ha potuto sostenere in marcia al gay pride che «su questo io e il Papa non siamo d’accordo».