Sono continuati anche questa notte i raid aerei israeliani nella zona sud della Striscia di Gaza: 14 i morti, di cui 13 a Khan Yunes. Un bilancio drammatico, visto che nel primo raid è stata colpita una stalla dove sono state uccise sei persone, nel secondo sono state colpite due abitazioni, e sono morti tre donne e quattro bambini; in un terzo e ultimo raid è stato colpito il campo profughi di Nusseirat, in cui ha perso la vita una persona. Nel frattempo sono proseguiti anche i lanci di razzi da Gaza contro Israele. Per il momento il bilancio degli attacchi è stato dato solo dall’aviazione israeliana che ha affermato di aver colpito 322 obiettivi nella Striscia.
70 VITTIME 550 FERITI. Dalla parte opposta, il presidente palestinese Abu Mazen ha parlato di un vero e proprio genocidio a Gaza: il terzo giorno di raid porta a contare 73 vittime e 550 feriti, secondo Abu Mazen, numeri di fatto confermati anche dal quotidiano israeliano Haaretz, che cita personale medico a Gaza, e che parla di 70 vittime e di più di 400 persone, “per la maggiorparte civili”, feriti e in ospedale. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva lanciato un ultimatum al lancio di razzi su Israele: secondo Haaretz sarebbero stati lanciati più di 250 razzi e colpi di mortaio da martedì, con due razzi a lungo raggio che hanno raggiunto Tel Aviv stamattina, 10 luglio, e altri razzi a lungo raggio lanciati ieri sempre verso Tel Aviv, ma anche Gerusalemme e persino a settentrione verso la regione di Haifa. Haaretz riporta anche che secondo la Difesa israeliana tali razzi sono stati intercettati dai missili israeliani e fermati nel 90 per cento dei casi. Secondo il quotidiano sono 9 le vittime israeliane, “con leggere ferite, mentre altre 59 persone sono state soccorse in stato di shock”. Netanyahu ha annunciato: «Intensificheremo ulteriormente gli attacchi contro Hamas e le organizzazioni del terrore».
BAN KI-MOON: «GAZA SUL FILO DEL RASOIO». Dalle 16 ora italiana si riunisce oggi il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, per un summit d’urgenza a porte chiuse sulla situazione a Gaza. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon ha chiamato sia il leader israeliano che quello palestinese, ammonendo che «Gaza è sul filo del rasoio. La situazione sempre più grave sta diventando una spirale che va verso il basso e potrebbe rapidamente sfuggire al controllo di chiunque». Ban Ki-Moon ha contatto anche il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sissi, i leader del Qatar e dell’Arabia saudita, che gli hanno confermato di avere a loro volta già chiesto alle due parti in scontro di mantenere una moderazione e hanno chiesto loro un cessate il fuoco. El-Sissi ha anche ordinato la riapertura del valico egiziano di Rafah, per consentire l’evacuazione nel Sinai egiziano dei palestinesi feriti nella Striscia di Gaza.