Pubblichiamo alcuni riferimenti testuali di Kerouac a Gesù, tratti da Il Dio di Jack Kerouac. I diari di uno “strano solitario pazzo mistico cattolico” di Antonio Spadaro.
«Se Gesù sedesse alla mia scrivania questa notte, guardando fuori dalla finestra, tutta quella gente che ride felice per l’inizio delle vacanze estive, forse sorriderebbe e ringrazierebbe suo Padre. Non lo so. La gente deve “vivere”, eppure so che soltanto Gesù conosce la risposta definitiva».
«Gli insegnamenti di Gesù Cristo sono stati una svolta, un modo per confrontarsi con il terribile enigma della vita umana e confondersi di fronte ad esso. Che cosa miracolosa! Quali pensieri deve aver avuto Gesù prima di “aprire la sua bocca” e iniziare il Discorso della montagna. Che pensieri profondi, oscuri e silenziosi!».
«Come mai non hai mai scritto di Gesù?» chiede Ted Berrigan a Kerouac in un’intervista realizzata un anno prima della sua morte. E Kerouac risponde ironicamente: «Io non avrei scritto nulla di Gesù? Non venirtene a casa mia a fare il pazzo bugiardo… e… tutto ciò su cui scrivo è Gesù».
«Gesù, la tua è l’unica risposta per tutti gli esseri viventi!».
«Cristo è il primo uomo a essersi reso conto che l’amore è il principio della vita umana. Lui ora risplende sopra di noi più grande che mai e io sarei pronto a scommettere che nel prossimo secolo Cristo (e i pochi altri grandi uomini come lui) riempiranno le menti della gente come mai prima».
«Dostoevskij è davvero un ambasciatore di Cristo e per me la sua opera è il moderno Vangelo. Il suo fervore religioso vede attraverso i fatti e i dettagli della nostra vita quotidiana, cosicché non deve concentrare la sua attenzione sui fiori e gli uccelli, come san Francesco, o sulle finanze, come Balzac, ma su qualsiasi dettaglio… sulle cose più ordinarie».
«(Il romanzo è) una storia raccontata per amicizia e per insegnare un che di religioso, di riverenza religiosa verso la vita reale, in questo mondo reale che la letteratura dovrebbe riflettere».