La settimana scorsa, dopo la sconfitta contro l’Udinese, il tecnico della Juventus Gigi Delneri era affranto, mortificato. Tono pacato e sommesso. «Più di così non possiamo fare» aveva affermato. Insomma, bandiera bianca alzata con milioni di tifosi bianconeri a mettersi il cuore in pace, consapevoli che anche quest’anno non ci sarebbero state soddisfazioni. Fino a ieri sera.
Già, perché ieri, dopo lo scandaloso arbitraggio dell’arbitro Morganti, il mister è esploso. «Calciopoli, se mai c’è stata, è finita, abbiamo già pagato. Adesso meritiamo rispetto. E se l’arbitro non vede queste cose non c’è problema, basta che cambi lavoro». E questa è una grande soddisfazione, che potrebbe bastare per quest’anno.
Delneri è una furia, i giornalisti non riescono a parlare e a fare le domande. Tra gli imputati, l’arbitro e i suoi assistenti, rei di non avere concesso rigori, falli e vantaggi a favore dei bianconeri. Anche il direttore sportivo Beppe Marotta si scaglia contro l’arbitraggio, ricordando – anche lui – che la Juventus ha già pagato gli errori di Moggi, se mai ci sono stati. Curioso ricordare che fino all’anno scorso Del Neri e Marotta – allora al Sampdoria – erano assolutamente d’accordo sulla verità di Calciopoli e sulle accuse verso Moggi e la triade. Ora che sono alla Juve sembra che abbiano messo “la testa a posto”.
Dopo avere ascoltato le interviste dell’allenatore infuriato qualcuno ha capito da dove derivano i veri problemi. I dirigenti juventini non riescono a capire le richieste del proprio allenatore. Così, al posto di Menez è arrivato Martinez, al posto di Eto’o è arrivato Toni e invece di tenere Legrottaglie hanno comprato Barzagli.
Solidarietà al tecnico della Vecchia signora – che probabilmente adesso si beccherà qualche turno di squalifica – perché non può lottare con gli arbitri e con i propri dirigenti. Aiutatelo. Ma anche un rimprovero: quando si perde e si deve fare di tutto per recuperare non si butta in campo “el grinta” Salihamidžić, che tornava da un infortunio. Soprattutto se in panchina si ha una promessa del calcio come Alberto Libertazzi.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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