E’già tardi qui in redazione, quando nella casella postale telematica troviamo una lettera che ha del pathos, anche se il centro della missiva, il centro per archetipo e per eccellenza, è quel troppo melanconico Rocco Buttiglione. La lettera recita così: “Caro Direttore, ho trent’anni e vivo fuori sede con i magri proventi di una borsa di studio. Da tempo destino volentieri le mie 3000 lire settimanali all’acquisto del suo giornale, che apprezzo moltissimo e costituisce senza dubbio una voce diversa nel panorama editoriale italiano. Una voce diversa in tutto tranne che su un punto, dove anche il settimanale da lei diretto canta con il coro e, devo dire, in certi passaggi ricorda alcuni editoriali di Famiglia Cristiana: la mortificazione e l’umiliazione dell’onorevole Rocco Buttiglione. Peccato! Poteva essere un’occasione stare al suo fianco e incoraggiarlo nella battaglia che ha ingaggiato sulla parità scolastica e che sta facendo esplodere tutte le contraddizioni della sinistra in materia. Gli ultimi articoli e il Tazebao dedicati a Buttiglione mi sono sembrati un po’ pretestuosi e ingenerosi e spero in un cambio di rotta da parte del giornale perché ritengo che ben altri siano i bersagli da colpire. Ora che ha scoperto che tra i suoi lettori più attenti ci sono anche elettori e militanti del Cdu (ma è proprio sicuro che tutti costoro si sentano presi per i fondelli dal loro segretario?) voglio auspicare che Tempi terrà conto anche di loro e delle loro attese e speranze. Ho contribuito a diffondere Tempi e a farlo conoscere presso amici e colleghi. Non fate che debba recedere dal proposito di abbonarmi. Tanti auguri di buon lavoro. Cordialmente, Gianni Bellocchi. PS – Leggo giusto ora un lancio di agenzia: Buttiglione la spunta. Cdu fuori dal Governo. La proposta, determinata dai contrasti sulla legge per la parità scolastica, è stata approvata dal Consiglio nazionale”. Rocco Buttiglione ha speso i migliori anni della sua esistenza politica per ribaltarsi e incartarsi nella sua ombra di intellettuale prestato ai sacri Palazzi romani. Nell’ultimo, in quello che lo ha visto da protagonista udierrino, pecorella smarrita cossighiana e, infine, da tonico governativo mastellizzato, Rocco ha dato il meglio di sé andando a braccetto di una coalizione che si è caratterizzata fin dagli inizi per la furba incongruenza con cui puntualmente ha smentito nei fatti promesse pronunciate con roboanti e toccanti parole. Questo fu e resta l’errore di Rocco: andarsene dopo aver perso e fatto perdere tempo dietro discorsi suadenti e inutili, dietro sei lingue europee e nemmeno una risposta al livello dei problemi reali del popolo reale. Per fortuna ci sono ben altre attese e ben altre speranze che non il Cdu di Rocco Buttiglione, orfano di cotanto Folloni, altro promettente attendente e aspirante al centro. Di potere. TEMPI
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi