Dopo la sconfitta in Parlamento e il tonfo elettorale in Friuli, Grillo si fa Corvo e da vate di tutte le buone intenzioni del mondo si trasforma in profeta di sventura. Resta però istruttiva la sua conferenza stampa all’indomani della rotta davanti all’epico Napolitano. Riguardatela in streaming. Vedrete un capopopolo. E l’“attimo fuggente” di bambini che fanno “ohh!”. E in cosa consiste la novità che fa di un cucciolo ben attempato e rotondetto il povero Crimi che «sta in albergo a due stelle, in una camera da tre, paga 38 euro»? Sta nello strizzare l’occhio al popolo delle partite Iva e, al tempo stesso, riscaldare il minestrone del tipico elettore M5S, classico concentrato di “no tutto”, luogocomunismo, complottismo, giustizialismo, che ha riempito i giardinetti della subcultura internauta italiana.
Sta in un programma di «acqua pubblica, scuola pubblica, sanità pubblica, reddito di cittadinanza». In una sorta di assistenzialismo dei desideri e nei corsi e ricorsi della filosofia dello statalismo “dalla culla alla bara”. E non sarebbero queste novità da secolo scorso? No, secondo Grillo sarebbero «il nostro interesse alle persone». Sarebbero, alla Celentano, il basta «al cemento, ai camion, alle autostrade, ai supermercati».
Ecco tutto: decrescita felice, rinnovabili al posto del petrolio, povertà affettuosa e, «come nel dopoguera quando si diceva vieni a casa mia, mandami i tuoi figli, facciamo solidarietà». Si capisce, Grillo vuole salvare il mondo. Ma con che pensiero? «Piazza pulita». E con quale metodo? «Arrendetevi tutti». Infatti, dopo la batosta, «sono venuto a Roma perché temevo che il movimento dileguasse in violenza». Dileguare. Bel verbo.