Come era facile a prevedersi, la Giunta per le elezioni del Senato ha votato a maggioranza la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Ora sulla medesima questione si dovrà esprimere l’aula di Palazzo Madama. La camera di consiglio è durata circa cinque ore.
Il Pdl ha inutilmente sostenuto che per il proprio leader non fosse applicabile la legge Severino, mentre Pd, Scelta Civica, Sel e M5S hanno votato per l’interpretazione contraria.
L’INCREDIBILE CRIMI. In giornata ha suscitato grandi polemiche un messaggio postato sulla sua pagina Facebook dal senatore Vito Crimi, del movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo. I siti del Corriere della Sera e di Repubblica, dando la notizia, inizialmente parlano solo di semplice “gaffe” e di “battuta”.
Sopra l’immagine di un manifesto che riportava lo slogan “Cuore azzurro, Silvio non mollare!”, Crimi ha scritto: «Ma vista l’età, il progressivo prolasso delle pareti intestinali e l’ormai molto probabile ipertrofia prostatica, il cartello di cui sopra con “Non mollare” non è che intende “Non rilasciare peti e controlla l’incontinenza”».
Dopo la pubblicazione, il capogruppo dei senatori Pdl Renato Schifani ha chiesto uno stop dei lavori, che non è stato concesso. Crimi,incurante del fatto che il cavaliere ha avuto qualche anno fa un cancro alla prostata, come si vede nel video del Fatto Quotidiano, non si è scusato ma ha cercato di difendersi in maniera confusa dicendo che è «un attacco alla mia persona».
LA REAZIONE DI BERLUSCONI. Berlusconi, che oggi non si è presentato al Senato, ha reagito con una nota alla decisione della Giunta: «Questa indegna decisione è stata frutto non della corretta applicazione di una legge ma della precisa volontà di eliminare per via giudiziaria un avversario politico che non si è riusciti ad eliminare nelle urne attraverso i mezzi della democrazia. La democrazia di un Paese si misura dal rispetto dalle norme fondamentali poste a tutela di ogni cittadino. Violando i principi della Convenzione Europea e della Corte Costituzionale sulla imparzialità dell’organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto. Quando si viola lo Stato di diritto si colpisce al cuore la democrazia».