Famiglia cristiana in cerca di visibilità se la prende coi ciellini «omologati»

Famiglia cristiana ha anticipato un articolo che apparirà sul prossimo numero (\"Monti, l'ottimismo e gli applausi\"). Nell'articolo, oltre a criticare le ottimistiche previsioni sull'uscita dalla crisi del Presidente del Consiglio al Meeting di Rimini, il settimanale dei paolini dedica un passaggio al Meeting stesso: «Un lungo applauso del popolo dei ciellini ha accolto il premier. Tutti gli ospiti del Meeting, a ogni edizione, sono stati sempre accolti così: da Cossiga a Formigoni, da Andreotti a Craxi, da Forlani a Berlusconi. Qualunque cosa dicessero. Poco importava se il Paese, intanto, si avviava sull’orlo del baratro. Su cui ancora continuiamo a danzare. C’è il sospetto che a Rimini si applauda non per ciò che viene detto. Ma solo perché chi rappresenta il potere è lì, a rendere omaggio al popolo di Comunione e liberazione. Non ci sembra garanzia di senso critico, ma di omologazione. Quell’omologazione da cui dovrebbe rifuggere ogni giovane. E che rischia di trasformare il Meeting di Rimini in una vetrina: attraente, ma pur sempre autoreferenziale».

A parte l'inconsistenza della critica sull'applauso (il Meeting è per tradizione un luogo ospitale, ma non sono mancati episodi in cui alcuni relatori sono stati fischiati - chiedere a Umberto Veronesi), fa sorridere l'accusa di omologazione da parte di un giornale da sempre appiattito sul pensiero più comodamente (politicamente e cattolicamente) corretto che ci sia.

Famiglia cristiana ha anticipato un articolo che apparirà sul prossimo numero (“Monti, l’ottimismo e gli applausi”). Nell’articolo, oltre a criticare le ottimistiche previsioni sull’uscita dalla crisi del Presidente del Consiglio al Meeting di Rimini, il settimanale dei paolini dedica un passaggio al Meeting stesso: «Un lungo applauso del popolo dei ciellini ha accolto il premier. Tutti gli ospiti del Meeting, a ogni edizione, sono stati sempre accolti così: da Cossiga a Formigoni, da Andreotti a Craxi, da Forlani a Berlusconi. Qualunque cosa dicessero. Poco importava se il Paese, intanto, si avviava sull’orlo del baratro. Su cui ancora continuiamo a danzare. C’è il sospetto che a Rimini si applauda non per ciò che viene detto. Ma solo perché chi rappresenta il potere è lì, a rendere omaggio al popolo di Comunione e liberazione. Non ci sembra garanzia di senso critico, ma di omologazione. Quell’omologazione da cui dovrebbe rifuggere ogni giovane. E che rischia di trasformare il Meeting di Rimini in una vetrina: attraente, ma pur sempre autoreferenziale».

A parte l’inconsistenza della critica sull’applauso (il Meeting è per tradizione un luogo ospitale, ma non sono mancati episodi in cui alcuni relatori sono stati fischiati), fa sorridere l’accusa di omologazione da parte di un giornale da sempre appiattito sul pensiero più comodamente (politicamente e cattolicamente) corretto che ci sia.

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