Cosa devono inventarsi i cinesi per evitare la censura e ricordare piazza Tienanmen

Oggi è il 24mo anniversario del massacro di piazza Tienanmen, avvenuto il 4 giugno 1989. Davanti alla folla di giovani che chiedeva riforme democratiche, e non la fine del partito unico, il governo comunista dichiarò lo stato di emergenza, portando in piazza i carri armati e uccidendo almeno 2 mila persone. In Cina è tuttora vietato parlare o ricordare anche solo la data di questo evento e la censura cancella su internet ogni riferimento a quei fatti. Ecco alcune foto fantasiose pubblicate da utenti privati su Weibo (il twitter-facebook cinese) per ricordare Tienanmen. Prima versione rivisitata della famoso foto che ritrae un cittadino cinese bloccare la colonna dei carri armati. Qui al posto dei blindati la famosa papera di gomma gigante che ha fatto il giro del mondo. Seconda versione. Terza versione, formato lego. La censura cancella ogni riferimento al numero 64, che secondo l'ordine cinese della datazione indica il 4 giugno, ricordando così il giorno della strage. Diversi utenti hanno allora postato la foto della pistola cinese modello 64. La vignetta del famoso disegnatore cinese Hexie Farm che richiama la veglia delle fiaccole che ci sarà staserà al Victoria Park di Hong Kong. Sullo sfondo, il palazzo dell'imperatore che si affaccia su piazza Tienanmen a Pechino. Al posto della faccia di Mao Zedong, nel quadro gigante che domina la facciata del palazzo c'è un estintore, sempre presenti in piazza per evitare e «spegnere» subito le persone che cerchino di darsi fuoco in protesta al regime. La censura cinese ha bloccato l'emoticon a forma di candela, per non richiamare alla veglia delle fiaccole di Hong Kong. Molti utenti l'hanno sostituita con la pistola modello 64. Il risultato della calcolatrice riporta la data della strage: 1989-6-4. Un utente sposa ironicamente la linea del partito pubblicando la foto della via adiacente a piazza Tienanmen dove hanno sfilato i carri armati comunisti. Con Photoshop ha eliminato i blindati e l'uomo che li ferma. Insieme alla foto l'utente ha scritto: «Qui non è mai successo niente». La maglia creata dagli attivisti in Cina per ricordare il massacro. Il governo ha vietato da settimane la vendita di magliette a tinta unita nere e bianche.

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